Io sto con Catherine Deneuve “Difendiamo la libertà di importunarci”

Attualità

Milano 10 Gennaio – Finalmente 100 donne non omologate che hanno imparato la vera lezione femminista sulla  libertà sessuale per la quale, dicono, è “essenziale la libertà di sedurre e importunare”.

Un collettivo di oltre 100 donne, in maggioranza intellettuali ed artiste,  ha infatti criticato l’ondata “puritana” emersa con il caso Harvey Weinstein e scrive una lettera aperta a Le Monde.

Finalmente un’attrice con l’autorevolezza di Catherine Deneuve diventa portavoce di una visione equilibrata dei rapporti uomo-donna e dice basta alla deriva insensata di un femminismo che sembra odiare l’uomo, che ingabbia gesti e intenzioni, che ritorna ad un puritanesimo comportamentale dettato da regole, senza spontaneità. : “Questa febbre di mandare i “porci” al macello, invece di aiutare le donne a diventare autonome, fa in realtà gli interessi dei nemici della libertà sessuale, degli estremisti religiosi, dei peggiori reazionari e di coloro che pensano che le donne sono esseri deboli che chiedono di essere protette….Come donne non ci riconosciamo in questo femminismo che, al di là della denuncia degli abusi di potere, assume il volto di un odio verso gli uomini e la sessualità. Difendiamo la libertà di importunare, indispensabile alla libertà sessuale. Siamo oggi sufficientemente consapevoli per ammettere che la pulsione sessuale è per sua natura offensiva e selvaggia ma siamo anche sufficientemente accorte per non confondere il corteggiamento maldestro con l’aggressione sessuale“. Una posizione e un’ottica non assimilabile al movimento Time’s Up, e delle 300 hollywoodiane sempre più combattive e impegnate. . “Lo stupro è un crimine. Ma tentare di sedurre qualcuno, anche in maniera insistente o maldestra, non è un reato, né la galanteria è un’aggressione del maschio” ribadiscono le 100 donne del collettivo e condannano la “caccia alle streghe” successiva allo scandalo Weinstein.

Dopo lo scoppio del caso Weinstein, c’è stata una legittima presa di coscienza delle violenze sessuali subite dalle donne“, ma  la “liberazione della parola” si è “rivoltata nel suo opposto: ci viene intimato di parlare come si deve, di non provocare, e quelle che rifiutano di piegarsi a tali ingiunzioni sono viste come delle traditrici, delle complici“.

“Proteggere le donne – dichiarano -non deve incatenare le donne a uno status di eterne vittime”.

La discussione appare complicata, ricca di sfumature, scivolosa, perché, comunque, si parla di sensibilità femminile, ma proprio noi donne diamo credito alle donne, a ciascuna di noi, di avere la capacità di distinguere un corteggiamento grossolano da una molestia. Ai miei tempi (e scusate la citazione), uno schiaffone risolveva una situazione imbarazzante. Ma, ovviamente, sulla violenza non si discute: si denuncia. Personalmente, con la propria faccia. Anche questa è libertà e autodeterminazione. Non condivido la crociata americana che si allarga all’infinito, che sembra colpire i personaggi più famosi, che non autorizza le vittime ad un’autodifesa, che squaderna, qualora fosse tutto vero, una società amorale e senza scrupoli. Non condivido perché in molte affermazioni c’è il compiacimento di un potere nuovo: la volontà di distruggere una persona. E’ un potere che mai vorrei fosse attribuibile alle donne.  Asia Argento a “CartaBianca” ha detto “Trump cadrà per le donne”.

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