Milano 10 Gennaio – La lettera aperta è indirizzata al Direttore de Il Giornale, ma è una analisi e una denuncia delle difficoltà di chi vuole intraprendere oggi in Italia. La proponiamo integralmente:
“Egregio direttore, mi chiamo Andrea Pasini, sono un giovane imprenditore di Trezzano sul Naviglio in provincia di Milano.
Le scrivo perché vorrei lanciare un messaggio forte alla politica. Chi fa impresa oggi in Italia è un eroe giunto al limite e non è più possibile rispettare uno Stato che non rispetta i suoi cittadini. Non è più possibile avere fiducia in una classe dirigente che obbliga gli imprenditori a fare sacrifici e mai sacrifica sé stessa per il bene altrui. Nessuno come un imprenditore sa cosa sia la rinuncia, la fatica e la voglia di riscatto. Noi abbiamo bisogno di una persona che possa capire l’importanza strategica per l’Italia delle imprese e cerchi di mettere in campo delle leggi che vadano nella direzione di poterle fare crescere in maniera sana.
Ogni giorno portiamo a termine missioni ben più impossibili di qualsiasi agente 007. I nostri nemici sono molteplici: una burocrazia pachidermica, tasse che hanno ormai raggiunto livelli vessatori, leggi che invece che facilitare la creazione di un ambiente di lavoro sereno creano sempre più difficoltà e sindacati totalmente incapaci. La pressione fiscale per le imprese ha ormai superato il 60%. Una percentuale così alta che lo Stato si può dire socio di maggioranza di ogni azienda italiana. Un socio che gode degli utili fino a che l’azienda è sana, ma quando attraversa un momento di difficoltà la abbandona facendo finta di non conoscerla. Centinaia di aziende abbassano le serrande ogni giorno. Migliaia di posti di lavoro vengono persi. I vari governi non legittimati dal voto popolare hanno promesso di restituire i soldi spettanti alle aziende, ma le promesse si sono ancora una volta dimostrate vane e alcune delle imprese interessate hanno, nell’attesa, dichiarato fallimento.
Ma può farcela l’imprenditore da solo? Certamente no! Ed infatti questo è un appello che vorrei arrivasse ad una persona alla quale l’imprenditoria scorre nel sangue. Questo uomo si chiama Silvio Berlusconi.
Signor presidente, queste elezioni sono l’occasione per ridare dignità alla piccola media impresa che rappresenta da sempre la forza economica di questa. Adesso, caro presidente, noi giovani imprenditori abbiamo più che mai bisogno di lei, perché tutti i giorni lottiamo per salvare e per mantenere vive le nostre aziende che ci sono state lasciate in eredità dai nostri genitori, i quali hanno vissuto di sacrifici e di rinunce. Uomini che hanno ogni giorno vissuto la loro azienda come una famiglia, garantendo il benessere dei propri dipendenti, paragonati a dei figli da crescere e ai quali non far mancare nulla. Bisogna con urgenza mettere mano ad una legge che consenta di abbassare drasticamente le tasse, è urgente tagliare questa burocrazia pachidermica che ci opprime quotidianamente.
E sì, caro presidente Berlusconi, adesso noi giovani imprenditori abbiamo urgente bisogno di lei per salvarci e per salvare la dignità dei nostri e garantire un salario ai nostri dipendenti che meritano di poter vivere dignitosamente, con la tranquillità di potersi alzare ogni mattina consapevoli del fatto che riusciranno con un lavoro onesto e sicuro a mantenere la propria famiglia.”
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