Se si usa un metodo fascista per far approvare il regolamento antifascista

Milano

Milano 13 Gennaio – Forse siamo tutti fascisti. O se il termine è troppo forte squadristi. Se preferite totalitaristi. Ecco, totalitaristi su Marte. Sembra la definizione più azzeccata. Lo sono stati i consiglieri del centrodestra nella bagarre in aula che ha bloccato il mese scorso la mozione che impegna sindaco e giunta a non concedere spazi, patrocini, contribuiti di qualunque natura a chi non rispetta i valori della Costituzione, professando o praticando comportamenti fascisti.

Lo sono quelli della maggioranza di centrosinistra quando usano l’ordine del giorno per far passare giovedì in aula il medesimo provvedimento forzando le regole per evitare la discussione. Lo sarà la scelta, qualunque sia, del segretario generale del Comune di Milano a cui la minoranza ha chiesto un parere su un provvedimento che tecnicamente appare inapplicabile. Possibile che siamo ancora al fascismo e all’antifascismo persino nella burocrazia?

Torniamo ai fatti. Il Comune di Milano vuole obbligare a sottoscrivere un documento sui valori antifascisti per assegnare la concessione per eventi e manifestazioni in luoghi pubblici. Detta così pare da un lato una cosa inutile e dall’altro una follia. Perché mettere la bandiera dell’antifascismo su un solo provvedimento? Questo sì che lede la dignità degli altri atti. Questo è fascismo di stampo amministrativo. Dovrebbe valere per tutti. Perché allora non estenderlo magari con annunci promozionali di questo tipo: la richiesta dei dati anagrafici sarà fornita solo previa dichiarazione antifascista. O ancora. Avrà uno sconto sulla tassa sui rifiuti chi si professa difensore della Costituzione contro i rigurgiti del Ventennio. Si può ancora fare di più. Verrà esentato dall’Area C chi promette solennemente all’entrata del varco di difendere l’Italia dalle truppe nazi-fasciste.

E se non basta ecco la promessa che metterebbe fuorigioco anche i beceri populisti: a tutti i milanesi sarà dato un reddito di cittadinanza antifascista. Forse ci vorrebbero davvero i totalitaristi di Marte.

Alessandro Usai (Libero)

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