Questo il costo sociale della legge Fornero

Attualità

Milano 14 Gennaio – I difensori ad oltranza della Legge Fornero sostengono che se il provvedimento varato all’epoca del Governo di Mario Monti venisse sul serio cancellato, le casse dello Stato perderebbero 25 miliardi lordi in due anni. Secondo loro, quindi, se si vogliono risparmiare questi 25 miliardi non c’è altro da fare che lasciare intatta la Legge Fornero intesa come strumento indispensabile per il contenimento del debito pubblico.

Sulla carta il ragionamento non fa una grinza. Tanto più che dall’epoca del rigore del Governo Monti sono passati parecchi anni e nel frattempo almeno una parte delle vittime della legge sulle pensioni si è adattata alla grama condizione in cui si è venuta a trovare o è addirittura passata a miglior vita. Ma dall’assenza di grinze dell’astrattezza bisogna pur passare alle tante pieghe e piaghe della realtà. E se si compie quest’operazione si scopre che il costo sociale della Legge Fornero è stato decisamente superiore a quello del risparmio provocato dal provvedimento visto che la ferita inferta a decine di migliaia di cittadini lasciati improvvisamente senza lavoro e senza pensione non si è affatto richiusa. E, soprattutto, si deve prendere atto che durante gli anni in cui la legge considerata lo strumento migliore per il contenimento del debito pubblico è stata in funzione, questo stesso debito ha avuto una crescita decisamente spropositata.

Può essere che senza la legge questa crescita sarebbe stata ancora più forte. Ma la considerazione non toglie nulla alla presa d’atto che aver pagato un costo sociale così salato al rigore sia servito solo a capire che la strada del contenimento del debito non passa attraverso provvedimenti alla Monti e alla Fornero.

I sostenitori ad oltranza del rigore montiano, quindi, farebbero bene a riflettere sul perché questa terapia non abbia avuto successo. Lo Stato sociale ritagliato su una popolazione la cui aspettativa di vita si fermava a un decennio oltre il pensionamento non può più reggere ad una aspettativa di vita raddoppiata. Va riformato radicalmente sburocratizzandolo dalle fondamenta e non lasciandolo intatto nella speranza che gli anziani muoiano il più presto possibile. In fondo non è poi così difficile da capire!

Arturo Diaconale (L’Opinione)

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