Indagine sulla cessione del Milan. Anzi no. Berlusconi avrebbe riciclato denaro sporco. “Indagine di che?” parafrasando il procuratore generale di Milano Greco. In 24 ore va in onda un siparietto demenziale sui giornali di De Benedetti, in cui La Stampa attacca, Repubblica smentisce, la Procura è perplessa e noi, gli elettori, dovremmo essere decisamente preoccupati. Esisteva un tempo in cui, ad un mese dalle elezioni le Procure si scatenavano. Oggi, forse per la fiacchezza della campagna, forse perché i tempi sono cambiati, qualcuno le indagini deve inventarsele per poter mantenere alto il numero delle copie vendute. Forse. O forse siamo di fronte a qualcuno che voleva essere più realista del re. Intanto sentiamo le parola del procuratore generale Greco, riportate da Repubblica:
“Non c’è un fascicolo, nemmeno a modello 45” prosegue Greco con una smentita su tutta la linea e aggiungendo: “Se un fascicolo esistesse lo avrei assegnato al nuovo dipartimento del dottor De Pasquale e ne sarei quindi informato”.
Secondo i quotidiani La Stampa e il Secolo XIX, la Procura di Milano avrebbe avviato l’indagine dopo aver constatato che la vendita del Milan era avvenuta ad un prezzo di almeno 300 milioni di euro (su 720) superiore al reale valore della società. Da lì erano partite una serie di verifiche per accertare il percorso dei flussi finanziari. Infine, “in gran segreto, nei giorni scorsi, i pm – si legge sui quotidiani – hanno avviato un’inchiesta che tra le varie ipotesi comporta anche verifiche sul reato di riciclaggio”.
A coordinare l’inchiesta, secondo La Stampa smentita dalla procura, sarebbe il pm Fabio De Pasquale, lo stesso che in passato aveva indagato Berlusconi per la frode fiscale sui diritti tv ma che lo aveva anche difeso nella vicenda della scalata ostile di Vivendi a Mediaset.
Ma qui le cose si complicano. Intanto la Stampa conferma tutto. Il che ci dà solo quattro opzioni: Greco mente, ed a Milano C’E’ un’inchiesta, ma lui si rifiuta di parlarne. Oppure l’inchiesta c’è. Alle sue spalle. La terza, ovvero che due fonti mentano alla Stampa e loro ci siano cascati, mi pare a questo punto improbabile. La quarta, ovvero che mentano sapendo di mentire, mi sembra ancora più improbabile. La prima, lo scrivo per i lettori e per un consigliere di Sinistra x Milano, che pare ignorare la situazione, è possibile perché le indagini non vengono comunicate a nessuno. Ovviamente. Io potrei essere indagato. Voi potreste essere indagati. Berlusconi potrebbe essere indagato. La cosa grave è se nella Procura di Milano c’è qualcuno che lo sta facendo fuori dai canali ufficiali. E, con tempismo perfetto, lancia la bomba mentre tutti parlano delle fortune borsistiche del proprietario della Stampa, De Benedetti, avvisato da Renzi sulle operazioni del Governo in tema Popolari. Quando si dice, i casi della vita…
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,