Vietato criticare i gloriosi giorni del Novembre 1917 (Ottobre nel calendario Giuliano), in cui nacque la Patria del Socialismo. Lo ha scoperto il Presidente del Consiglio del Municipio 4, Oscar Strano, che aveva osato criticare un post del candidato di LeU Rosati, con tanto di poster commemorativo. No, la Rivoluzione d’Ottobre non si tocca. Così la compagna Simonetta D’Amico, Consigliera Comunale di Milano, del PD, immaginiamo sulle note dell’Internazionale, interviene a gamba tesa, chiedendo al povero Strano di pensare ai suoi. Intendendo i famigerati fascisti di Forza Italia. Non che ci sia molto da fare, a Sinistra vedono i fascisti ovunque. Oppure fingono di vederli per convenienza politica. Non è dato sapere. Quello che è chiarissimo, comunque, è quanto siano importanti le gesta di Lenin e Stalin per la D’Amico. Che se la prende quando, correttamente, le viene fatto presente che la Rivoluzione d’Ottobre sia stato uno scempio. No, per lei no, tanto che invita l’autore del post a studiare la Storia. Il problema è che lei deve essersi fatta una cultura sui testi di partito, altrimenti non si spiega come faccia a negare che la Rivoluzione Russa sia stata un fatto atroce. Partiamo da alcuni dati: prima di tutto, l’immagine della Russia Zarista è stata artatamente alterata per apparire un Inferno paralizzato nel tempo. Poi si è costantemente cercato di nascondere i numeri del dopo. Le purghe del periodo 1917-1924 fecero quattro, si prenda nota, QUATTRO MILIONI di morti. Tutti direttamente ascrivibili a quel fatto che per la Consigliera Comunale del PD non si può definire certo scempio. Figuriamoci. Evviva il Comunismo e la libertà. Anche se queste parole la Storia le ha scritte con il sangue degli innocenti.
Ad esempio, e solo per tentare di umanizzare il problema, cosa giustificava l’omicidio dei figli dello Zar? Erano dei bambini. Erano innocui. Ma no per la D’Amico c’erano ragioni sociologiche che ne giustificano la fucilazione. Ecco, è questo il problema: la Sinistra, tutta, sia quella giovane e rampante, sia quella tradizionale di Grasso, che quella reazionaria di Rizzo hanno un problema fondamentale. Che la rende disumana. Far sottostare l’individuo a qualcosa di impersonale, distante, mostruoso ed inumano. Può essere la necessità storica. Può essere il materialismo. Può essere l’ideale. Può essere la vision, nel caso di Renzi e Renziani. Ma l’individuo, sempre e comunque verrà dopo. Per cui sì, la morte dei bambini dello Zar era ampiamente giustificabile e non serve a macchiare la “gloriosa” rivoluzione d’Ottobre. Come non ci riescono i milioni di morti, diretta conseguenza del medesimo avvenimento. Né le decine di morti che ne sono l’indiretta conseguenza. Questa è la differenza tra noi e loro. Per noi i morti sono un dramma, sempre e comunque. Talvolta inevitabile, ma non ci sogneremmo mai di dire che sono una postilla alla fine della pagina della storia. Soprattutto e massimamente se la storia cui si riferiscono ne ha fatti milioni di innocenti. Ma cosa volete che sia un po’ di sangue per questa nostalgia strisciante di dittatura, che parte dal vietare le piazze agli oppositori e continua nel celebrare “gloriose” rivoluzioni che iniziarono uccidendo i bimbi dello Zar e finirono con l’uccidere milioni di figli del proletariato.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,