Milano 16 Gennaio – I campioni delle parole si presentano, hanno il velleitarismo negli occhi, cercano di dimostrare un accordo attaccato con la colla all’ultimo momento (anche Renzi e Sala hanno fatto pace), sono: Renzi, Gori, Calenda e Sala. “Abbiamo la possibilità dopo 23 anni di voltare pagina. È una battaglia che richiederà un grande impegno, sappiamo che non siamo soli. Credo che sarà una partita molto combattuta che vinceremo anche se di poco e questo dà a tutti voi una grande responsabilità”. Lo ha detto il candidato alla carica di governatore lombardo Giorgio Gori intervenendo a “Obiettivo Governo”, evento organizzato dal Pd al teatro Franco Parenti. Per il sindaco Sala un sogno da coltivare ad occhi aperti, per rendere grande non tanto Milano, ma se stesso. Basta ascoltare, anche senza fare commenti “Un tandem Sala-Gori non sarebbe male. Ragionare di politiche comuni tra Comune e Regione è veramente fondamentale perché dobbiamo costruire il futuro di un largo territorio. In questo momento l’occasione che abbiamo a Milano è legata all’apertura internazionale. Io lo vedo dai numeri, da quante aziende sono disponibili a investire, da quanti studenti hanno voglia di venire a studiare a Milano. Credo che questa percezione di apertura poi si diffonda e nel mondo poi possano vedere questo come territorio innovativo e aperto. Milano lo è, la Lombardia non abbastanza, quindi credo che un tandem Sala-Gori potrebbe essere molto utile da questo punto di vista. Noi tutti – ha aggiunto – pensiamo che Milano e Lombardia possano essere portabandiera di questa politica di innovazione e investimento di cui il Paese ha bisogno. Se non lo facciamo noi chi lo fa? Il modello Milano funziona e non è che funziona solo per i nostri record, per la disoccupazione che diminuisce, funziona perché la mia sfida personale è che se tu sei uno che fatica a mettere insieme pranzo e cena è molto meglio vivere a Milano che in altre città italiane. Noi proponiamo questa crescita di Milano perché vogliamo aiutare gli ultimi. È il momento che il modello si allarghi da Milano alla Regione, il momento di pensare a una Lombardia che voglia interpretare questo tipo di attitudine.”
Evviva la retorica e la mistificazione, evviva le parole abusate per non dire la verità su una Milano attrattiva sì, ma per l’intelligente creatività dei cittadini e delle imprese, non certamente per l’operosità di questa Giunta. Ma che cosa è il modello Milano da espandere a tutta la Lombardia? Un territorio che accoglie, che privilegia gli ospiti, che se ne frega della mancanza di sicurezza, che abbandona gli ultimi con la pelle bianca, che crea sportelli di ascolto per chi si sente emarginato da una frase razzista, ma gli anziani non sanno a che santo votarsi, che prefigura moschee in ogni quartiere, che tacitamente protegge gli antagonisti dei centri sociali? E’ per questo che Sala e Gori si sono alleati?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano