Il dato degli irregolari consolidati. «Una perdita da 10 milioni l’anno»
Milano 18 Gennaio – UN NUMERO RECORD. Mai negli ultimi anni si era raggiunta una quota così alta di occupazioni abusive consolidate. Una progressione partita nel 2012, quando le cifre hanno cominciato a crescere fino a raggiungere le 3.390 case occupate del 2017. Più di 100 in più rispetto alle 3.263 del 2016, più di 300 rispetto alle 3.010 del 2015. Statistiche quasi raddoppiate rispetto alle 1.789 di cinque anni fa. La spiegazione dell’Aler nel bilancio preventivo 2018 è semplice: «Sino al 2012, l’azienda, in condivisione con le istituzioni, ha saputo affrontare l’emergenza delle occupazioni in flagranza, azzerando praticamente tale fenomeno». Poi cos’è successo? «A partire dal 2013, si è verificato un costante aumento del numero delle occupazioni abusive consolidate, con un grave danno economico per l’azienda e per gli inquilini regolari». Le cause: «La tematica dei cittadini di provenienza extracomunitaria e la diffusione di attività connesse ai centri sociali nonché il racket di organizzazioni criminose — si legge nel documento programmatico — hanno caratterizzato questi ultimi anni, provocando, con l’aumento delle occupazioni abusive, un’ulteriore contrazione della disponibilità di alloggi da parte di Alen . E il conto è presto fatto: «Non poter disporre oggi di circa 4mila alloggi si traduce, in termini finanziari, in una perdita di circa 10 milioni di euro l’anno per canoni e spese». Soluzioni? «L’Aler propone alle istituzioni coinvolte un piano d’intervento e di sgomberi di questi alloggi con una programmazione più incisiva rispetto all’attuale».
NON SENZA RISERVARE una critica alle forze dell’ordine: «Gli sfratti programmati dalla Questura sono assolutamente impercettibili e pari a circa 10-12 al mese, corrispondenti al 3,5% all’anno». Dal loro punto di vista, i vertici di viale Romagna si impegnano a ridurre «le tempistiche delle riassegnazioni degli alloggi», facendo leva pure sulla nuova regolamentazione regionale. Questione annosa, quella degli sgomberi. Nel novembre 2014, in piena emergenza occupazioni, in Prefettura venne siglata un’intesa tra Aler, Comune e Regione per fermare l’assalto agli appartamenti lasciati vuoti. Quel protocollo si basava su un principio: assicurare comunque un posto a donne in gravidanza e bambini spesso utilizzati da chi gestisce il racket per evitare l’allontanamento immediato degli abusivi. Peccato che quei posti, garantiti dal Comune nei centri di emergenza sociale, siano andati gradualmente a saturazione nel 2016, bloccando di fatto gli interventi in flagranza. Ci sarà da discutere anche di questo nel nuovo patto anti-occupanti.
Nicola Palma (Il Giorno)
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