Succede anche nelle migliori famiglie: si litiga. Ma quello che sta succedendo tra De Benedetti padre e Scalfari è qualcosa di un po’ più grave di una litigata. È lo specchio di quello che ci aspetta nei prossimi anni. Un minimo di riassunto delle puntate precedenti: è vecchio, ingrato e farebbe meglio a tacere, da una parte. È un bugiardo, un amante violento e mina la nostra libertà di stampa, dall’altra. Alcune delle parole d’amore volate dall’editore storico del giornale di largo Fochetti da una parte e dall’altra lo storico fondatore. Lo scenario è la successione alla guida editoriale, con De Benedetti padre che passa al figlio, che comunque non prende molto bene le intromissioni paterne. Mentre il genitore prende malissimo che Repubblica parli delle colazioni d’affari (regolarmente con i soldi dei contribuenti) a Palazzo Chigi. Ma a noi, comuni mortali, cosa interessa di questa guerra?
La risposta potrebbe anche essere nulla, ma sarebbe erronea. A noi deve interessare quello che sta oltre il velo. Ed oltre il velo c’è una grande accusa da parte di De benedetti senior: Scalfari ha toppato quando ha detto che tra Di Maio e Berlusconi preferirebbe il secondo. Non sono (solo) questioni personali: in ballo c’è anche e soprattutto il futuro degli investimenti in borsa. Qui si scommette sul futuro del prossimo decennio almeno. E secondo l’ex editore i Cinque Stelle sono un pericolo inevitabile. Per questo si aspettava che il suo giornale, abbandonato Renzi, approdasse alla Corte di Grillo in tempo per far fuori Travaglio ed Il Fatto, acquisendo meriti e mettendo al riparo le attività in cui ha investito il nostro dall’ira vendicatrice dei bravi ragazzi del Movimento. Per Scalfari questo pericolo può essere sconfitto, ma non senza gravissimi sacrifici, tra cui quello di cessare la guerra di religione con Berlusconi.
Questo ci spiega come siamo tutti sul baratro: i Cinque Stelle non sono un pericolo teorico, ma qualcosa contro cui i grandi stanno stipulando fior di assicurazioni. Perché, di fondo, De Benedetti pensa che non si possa credere che siamo abbastanza intelligenti per evitarlo. Io spero che noi, tutti noi, nelle urne sapremo contraddirlo. Anche se farlo ha in sé un pericolo evidente: dar ragione a Scalfari. Lo so, ho presente come vi sentite. Ma l’Italia val bene un po’ di sofferenza.

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,