A Genova, in un video uscito anche su Repubblica, un povero diavolo di agente di polizia, cerca di fare la cosa più difficile al mondo: cerca di spiegare la realtà ad una studentessa urlante. Casa Pound non è illegale. Ciò che fa non è illegale. Illegale è quello che fanno i Centri Sociali. Che, però, possono contare su complicità ai livelli più alti, che gli consentono di continuare a farlo. Le stesse complicità che continuano ad instillare nella ragazza e nei suoi compagni di tutta Italia, l’idea che perseguitare l’estrema destra sia giusto, corretto e privo di conseguenza. Ieri abbiamo avuto Genova, abbiamo avuto Bologna. E avremmo avuto anche Monza. Se a Monza il giochino non si fosse rotto. E l’estrema destra, inferiore nei numeri e nei mezzi, non avesse deciso che la misura era colma e avesse deciso di reagire.
I numeri del risultato li lasciamo illustrare a Repubblica, per questioni di equità:
Il bilancio finale è di due poliziotti leggermente contusi dal lancio di oggetti, un militante di Lealtà Azione ferito alla testa in modo non grave e di 16 persone denunciate per rissa, fra i neofascisti come fra gli anarchici. Sono circa 40 gli antagonisti identificati e denunciati per manifestazione fatta senza preavviso.
Tutto è cominciato quando un gruppo di circa cinquanta militanti di sinistra ha organizzato un picchetto di protesta a poca distanza dal banchetto dove Casapound stava raccogliendo firme ai margini del mercato di piazza Garibaldi, nei pressi del palazzo di giustizia, in centro città. La situazione è stata gestita dalla polizia per qualche decina di minuti, fino a quando sono arrivati una decina di ragazzi di Lealtà Azione, gruppo politico di estrema destra, ed è nato lo scontro. Militanti di sinistra e neofascisti si sono fronteggiati lanciandosi tavolini da bar, sassi e bastoni. Nonostante l’interposizione degli uomini del reparto mobile della polizia, in assetto antisommossa, i due gruppi sono venuti a contatto, scambiandosi pugni e cinghiate.
Erano quindici contro cinquanta. Gli altri venivano da tutto il Nord della Lombardia. Quelli di destra non avevano speranze. Ma troppo è troppo, ed hanno ceduto alle provocazioni. Il che non è mai una buona idea, sia chiaro: alla violenza ed alle provocazioni non si risponde con la medesima moneta. Il problema è che la misura è colma, la tensione sale e se non la si smette di alimentare il mostro dell’antifascismo militante potremmo assistere a ciò che avvenne nei momenti più bui della storia. Dalle cinghiate alle coltellate, fino ai colpi di pistola. A quel punto sarà troppo tardi. Oggi non lo è. La sinistra richiami la tigre, che sta dimostrando di non riuscire a controllare, invece di tentare di cavalcarla. Altrimenti ne sarà la prima vittima.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,