Rosa Genoni: una donna alla conquista del ‘900

Cultura e spettacolo

Archivio di Stato – via Senato, 10 – 

Milano 21 Gennaio – Aperta fino al 24 marzo all’Archivio di Stato una mostra dedicata a Rosa  (Tirano (SO) 1867- Varese 1954), la donna che inventò la moda Made in Italy, curata da Elisabetta Invernici con il contributo della nipote-biografa Raffaella Podreider. Sarta, giornalista, insegnante alla Società Umanitaria di Milano, pacifista, collaborò per il quotidiano socialista ‘Avanti!’ e si impegnò per il miglioramento delle condizioni di lavoro femminili. Nata in provincia di Sondrio, dopo un lungo apprendistato a Parigi, rientrò a Milano consapevole delle debolezze che impedivano alla moda italiana di emanciparsi da quella francese, prima fra tutte la mancanza di una identità nazionale. Le sue convinzioni ispirarono la sua attività alla Società Umanitaria – dove dal 1905 fu direttrice e insegnante della Sezione sartoria della Scuola professionale femminile e della Storia del costume. Socialista, si batté per la formazione di un’associazione di lavoratrici nel campo della moda e a favore della produzione di abbigliamento su scala industriale, che considerava uno strumento di democratizzazione della società. Personalità poliedrica e vivace, colse le potenzialità della moda proponendo soluzioni all’avanguardia per riorganizzare l’industria dell’abbigliamento italiana. Ottenne un grande successo con il padiglione presentato all’Expo di Milano del 1906, grazie ad abiti di pregevole fattura ispirati all’arte pittorica Rinascimentale. Per le sue creazioni utilizzò esclusivamente tessuti italiani; il suo modello ispirato alla Primavera del Botticelli, realizzato in raso di seta pallido, con sopravveste in tulle color avorio, impreziosita da ricami a motivo floreale di perline, canutiglia, paillette e cordoncini dorati, le valse il Gran Premio per la sezione Arte Decorativa da parte della Giuria Internazionale.

In esposizione cimeli, bozzetti e abiti, documenti inediti, lettere, foto e pagine d’epoca, articoli e libri, che mettono in luce il suo impegno in ogni ambito in cui operò: dal lavoro duro come ‘piscinina’ alla direzione di una nota maison milanese, dalla Medaglia d’Oro all’Esposizione del 1906 alla carriera giornalistica; pacifista e unica rappresentante italiana al Congresso internazionale delle donne contro la guerra nel 1915.

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