Milano 23 gennaio -La nomina a senatrice a vita di Liliana Segre è una di quelle poche buone notizie in un’epoca piena di pessimi segnali sullo stato della nostra democrazia. Ne va reso merito a Sergio Mattarella, un presidente della Repubblica che ama la discrezione e il profilo basso ma è capace di gesti importanti. E poi diciamo che è una buona notizia per Milano e i milanesi, proprio ora che riprende slancio l’iniziativa delle Pietre d’inciampo, i quadrati di ottone collocati sui marciapiedi davanti alle case dove vivevano i deportati nei campi di sterminio. La signora Segre è presidente del comitato che si occupa di questa campagna. L’altro giorno in Comune ha detto una cosa fondamentale (cito a memoria): «Noi ebrei eravamo mandati a morire per la sola colpa di essere nati. E voglio rendere omaggio a tutti quelli — operai, partigiani, antifascisti — che subirono la stessa sorte per una loro scelta precisa e coraggiosa, quella di opporsi alla barbarie nazifascista».
Liliana Segre, alla bella e gagliarda età di quasi 88 anni, è sempre in giro per le scuole a parlare coi ragazzi. Ripete spesso: «Allora era difficile fare una scelta, è sempre difficile fare una scelta. Ascoltate il potenziale di vita che avete in voi, quelle scelte di vita contro l’indifferenza che possiamo fare ogni giorno». Quindi “inciamperemo” volentieri in queste pietre, che ci aiuteranno a non perdere la memoria. E, se è lecito per una volta un minimo di autocompiacimento, questa rubrica è molto soddisfatta di veder realizzata una campagna che aveva sollecitato sei anni fa quando ancora non se ne parlava.
Fabrizio Ravelli (Repubblica)
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