Renzi ha abolito le province. Diceva. Solo che non era vero. Diceva di averle svuotate. Solo che non era vero. Diceva che se avessimo votato sì al referendum se ne sarebbero andate per sempre. Ma anche questo è falso. Un ente pubblico è come un diamante: costosissimo e per sempre. Per due anni il PD ha provato a nascondere la polvere sotto il tappeto. Ma alla fine la polvere ha ingolfato la stanza, come riporta Linkiesta:
La legge di bilancio 2018 prevede una iniezione nelle casse provinciali di 717 milioni per il 2018 e la riapertura delle assunzioni a tempo indeterminato. Più altri stanziamenti che – a conti fatti – quest’anno porteranno agli enti in agonia oltre 1 miliardo di euro
Intanto, con meno soldi e personale ridotto all’osso, le competenze delle province, però, sono rimaste le stesse. E che competenze: 130mila chilometri di strade e 6mila scuole da gestire. Tanto che dal 2013, 38 enti sono finiti sul lastrico, con i dipendenti senza stipendi da mesi. Che si sono fatti sentire lo scorso autunno in uno sciopero generale davanti a Montecitorio. Diverse strade provinciali poi sono state chiuse, e per molte altre – senza soldi in cassa – la manutenzione è venuta meno. O si è fatta con mezzi di fortuna, come dimostra la storia di Crotone.
Oltre ad avere dieci enti in predissesto, tre in dissesto ed undici città metropolitane, tra cui Milano alla canna del gas. Ma cos’è successo? Partiamo dall’inizio. In questo paese c’è un argomento che non possiamo non affrontare. Il grande Tabù: i dipendenti. Le Province erano stipendifici. Come d’altronde altre istituzioni pubbliche, si pensi solo al personale civile dell’Esercito o a tutto il comparto scuola. Questo fa schizzare i costi in alto, riduce l’efficienza e fa scadere la qualità del servizio. Oltre a generare, come l’adipe, delle fastidiose conseguenze parallele, come lo sviluppo di una burocrazia soffocante che ne giustifichi l’utilità. Solo che, per quanti passacarte tu possa avere, le strade hanno bisogno di asfalto. Allora tu stanzi soldi per l’asfalto. Che vengono regolarmente usati per pagare gli arretrati agli stradini. E le buche restano. Allora stanzi fondi extra per l’asfalto. E con quelli paghi i debiti fatti per comprare l’altro asfalto. Allora fai un maxi stanziamento. Ma per fartelo fare, gli devi consentire altre assunzioni a tempo indeterminato. E le buche sono ancora là. E ci resteranno, perché sono il motivo fondamentale per cui tutti ricevono fondi. Tanto a pagare sono sempre i soliti fessi che in questo paese producono valore. Ed hanno l’assurda pretesa di avere strade senza buche.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,