A Baggio presidio dei comitati per difendere il verde in Piazza D’Armi, ma Sala non risponde

Milano

Milano 29 Gennaio – Trentacinque ettari di verde recintati che, se riconsegnati ai cittadini e curati, farebbero risparmiare alla collettività un milione di euro all’anno. È questo il calcolo fatto dal coordinamento dei Comitati e dei cittadini per la Piazza d’Armi in collaborazione con il Politecnico per dimostrare che l’area, che comprende lo spazio attorno alla caserma Santa Barbara e i magazzini di Baggio ed è ormai in disuso da diversi anni, area su cui sarebbe forte l’interesse della proprietà cinese dell’Inter Suning, dovrebbe rimanere verde. Per questo motivo ieri le 7 associazioni che costituiscono il coordinamento hanno chiamato i cittadini a raccolta in un presidio per dire che “là dove c’era l’erba bisogna che rimanga”, come si legge in uno dei tanti striscioni che tappezzano l’area recintata.

Licia Martelli dell’associazione ‘parco piazza d’Armi-le giardiniere’ spiega come, “tenendo conto dei servizi ecosistemici che una zona verde matura come questa può offrire in termini ad esempio di “potere di disinquinamento che hanno gli alberi” e del risparmio sulla salute dei cittadini, si calcola che questi 35 ettari valgano un milione di euro all’anno per sempre”.

Per dimostrare quanto la qualità dell’aria possa migliorare grazie a un polmone verde di quelle dimensioni, proprio ieri i movimenti in difesa di piazza d’Armi, in collaborazione con ‘Cittadini per l’aria’, hanno istallato una centralina per la rilevazione delle concentrazioni di NO2 all’interno dello spazio. I dati verranno confrontati con quelli della centralina montata accanto alla scuola Cabrini poco distante. L’obiettivo è dimostrare “come può cambiare l’aria nel giro di pochi metri” e la conseguente necessità di dire no al progetto dell’Inter, che vorrebbe proprio in quest’area costruire il suo campus, e a qualsiasi altra proposta che riguardi privatizzazione o cementificazione.

Il coordinamento, dalla sua, oppone delle proprie proposte per l’utilizzo di quegli spazi. “Noi abbiamo in mente – continua Martelli – di conservare l’area chiusa ma visitabile. Il progetto è di utilizzare questi spazi per fare agricoltura urbana, anche attraverso la collaborazione con delle startup”. Inoltre, “le strutture dei magazzini sono una vera e propria archeologia industriale da conservare, non devono essere abbattute” anche perché “il costo di demolizione è altissimo”. Infine, pensare a realizzare palazzi e grattacieli in questa zona è fuori discussione perché “il terreno di piazza d’Armi non è adatto alle costruzioni perché la falda è molto alta, vorrebbe dire forzare la mano”.

Tutte le associazioni, racconta poi Evi Parissenti, hanno chiesto più volte incontri con il sindaco Giuseppe Sala e l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran. Richieste cadute nel vuoto che oggi però il coordinamento ha voluto rilanciare incontrandosi in presidio davanti ai magazzini di Baggio. Erano diverse decine i partecipanti, accompagnati dalla musica della banda degli ottoni e organizzati con diversi gazebo per informare la cittadinanza sulla situazione attuale dell’area e sui loro progetti in merito. (OmniMilano)

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