Tris di vittorie per il Diavolo. Battuta la Lazio a San Siro.

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Milan-Lazio 2-1

Milano 29 Gennaio – Terza vittoria consecutiva in campionato per il Milan, non era mai successo in stagione, non era mai successo nemmeno che i rossoneri vincessero contro una big, ulteriore certificazione del gran lavoro che Gattuso sta facendo sulla testa e sulle gambe dei giocatori.
Anche i più scettici vedono i miglioramenti portati dal tecnico calabrese, non solo sul piano dei risultati ma anche su tutto il resto, Gattuso sta anche dando valore al lavoro fatto dal duo Fassone-Mirabelli in estate, riuscendo a rigenerare gente bocciata troppo presto dagli addetti ai lavori come Bonucci, Biglia e Calhanoglu, in costante crescita, valorizzando Calabria che sta attraversando il miglior momento da quando è passato professionista e sistemando la difesa grazie a un Romagnoli quasi perfetto nelle ultime settimane.
Si diceva di un Gattuso inesperto, a guardare il primo tempo di Milan-Lazio non si direbbe proprio, il mister ha preparato benissimo la partita, mettendo bene la squadra in campo e riducendo i rifornimenti a Milinkovic Savic e Luis Alberto, quelle volte che il gigante serbo trova il pallone in posizione pericolosa va a sbattere contro il muro Frank Kessiè, Simone Inzaghi deve cambiare uomini, modulo e posizioni in campo per cominciare a far girare la sua Lazio che nel secondo tempo riesce così a far soffrire il Diavolo, Diavolo che però dimostra anche di saper soffrire e di non andare in confusione quando viene attaccato.
È un Milan che comincia a far vedere anche la qualità che possiede, sia nei singoli che di squadra, i sei cartellini gialli sventolati dall’arbitro Irrati ai biancocelesti ne sono la prova, tutte ammonizioni per falli netti di giocatori saltati dai rossoneri lanciati verso la porta o in ripartenze pericolose.
La Lazio nel primo tempo è solo il gol di Marusic dimenticato da Antonelli e la traversa di Luis Alberto dalla distanza, ma nel secondo tempo macina kilometri e gioco, facendo vedere il motivo per cui è terza in campionato, posizione più che meritata e chissà dove sarebbe senza gli errori del VAR che ne hanno frenato la corsa in stagione. Anche contro il Milan la tecnologia non sorride ai laziali, il gol di Cutrone era da annullare per tocco di mano. Il gran lavoro fatto nella ripresa però non basta ai biancocelesti e il Milan conquista tre punti importantissimi per la zona Europa.

Racconto e analisi tattica.

Gattuso mette in campo un Milan agguerrito e corto, che filtra praticamente tutto a parte la verticalizzazione di Lucas Leiva per Marusic che porta al momentaneo pareggio laziale.
Biglia è arginato, ha poco spazio per impostare ma fa un gran lavoro di interdizione con Kessiè e lascia a Bonucci la regia da dietro. La Lazio punta poco sugli esterni e cerca di più le giocate in verticale centrali, Milinkovic Savic e Luis Alberto però sono tagliati fuori dal gioco dal gran lavoro dei centrocampisti rossoneri e la coppia Bonucci-Romagnoli annulla Caicedo. Gli uomini di Inzaghi non trovano mai spazi e tempi per i loro dialoghi, il Milan gioca forse il miglior primo tempo della stagione, veloce nel giropalla e nelle ripartenze, attaccando sia centralmente dove Calhanoglu rende roventi i guantoni di Strakosha con un paio di fucilate da fuori, sia sulle corsie laterali dove nascono i due gol. Il primo da una punizione pennellata al centro da Calhanoglu per la deviazione di Cutrone al quarto d’ora (andava annullato per tocco di braccio), il secondo da un traversone di Calabria su cui si avventa Bonaventura di testa dopo un perfetto inserimento senza palla. Nel mezzo il momentaneo pari biancoceleste di Marusic, Lucas Leiva pesca bene in verticale il compagno lasciato solo da Antonelli che batte Donnarumma con un preciso mancino basso a giro.
L’intesa tra Calhanoglu e Bonaventura cresce, tocchi di fino e giocate in velocità, da quella parte ci si diverte, meno invece sul lato destro dove Suso si sbatte ma non riesce ad essere incisivo.

Nella ripresa è una Lazio diversa che costringe il Milan ad abbassarsi quando Inzaghi butta nella mischia Felipe Anderson e Nani, i rossoneri resistono con ordine, Bonucci e Romagnoli sono chiamati agli straordinari e il Milan gioca gli ultimi 20′ minuti solo in contropiede senza riuscire a pungere per colpa degli errori nell’ultimo passaggio.
Donnarumma è chiamato al super intervento su un colpo di testa di Milinkovic Savic che prende l’ascensore per incornare.
Nei 5′ minuti di recupero Calhanoglu e André Silva, subentrato a Cutrone, lottano su ogni palla prendendo falli importanti che fanno respirare i rossoneri e tengono il pallone lontano dalle zone pericolose. Triplice fischio di Irrati e Gattuso può festeggiare la vittoria in campo con i suoi giocatori.Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco.

Questo vecchio “proverbio” di Trapattoni calza a pennello.
“È la partita della svolta”. “Il Milan è fuori dalla crisi”. È ciò che si dice in giro dopo la vittoria sulla Lazio.
Gattuso fa bene nel post partita a respingere certi proclami, “basta con queste cose, bisogna solo pensare di partita in partita” dice il mister. E ha ragione.
È giusto essere contenti per quanto visto nell’ultimo mese e mezzo, è giusto sorridere per i punti conquistati e per la sensazione che questa sta finalmente diventando una squadra, ma bisogna respingere con forza tutti i complimenti eccessivi, specialmente quando arrivano dalle stesse persone che fino a due mesi fa facevano il funerale a questo Milan sparando a zero su tutto, sulle scelte di mercato, sulla scelta di Gattuso per il dopo Montella, sulla solidità della nuova proprietà cinese, sulla competenza della dirigenza.
Il Milan non ha ancora fatto niente, il dogma di Gattuso è sempre lo stesso, “testa bassa e lavorare perché c’è da migliorare”, solo così si può evitate di riprendere un trend negativo, solo così si può continuare a dare un senso alla stagione, rimanendo con i piedi per terra e concentrati sugli obiettivi e le partite da affrontare, come quella di mercoledì in Coppa Italia quando il Diavolo dovrà nuovamente battagliare contro la Lazio.
La strada fino a Maggio è lunga e questo Milan ha ancora tutto da dimostrare come dice mister Gattuso.
Dunque come insegna il Trap, non dire gatto se non ce l’hai nel sacco.

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Andrea Mutti

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