Aprono le mostre “Frida Kahlo. Oltre il mito”, un’antologica sull’artista messicana, e “Il sogno degli antenati. L’archeologia del Messico nell’immaginario di Frida Kahlo”, allestite fino al 3 giugno al MUDEC.
Milano 1 Febbraio – “Frida Kahlo. Oltre il mito” espone più di cento opere tra dipinti, disegni e fotografie. Frutto di anni di studi e ricerche, ha l’obiettivo di delineare una nuova chiave di lettura dell’artista, evitando ricostruzioni forzate, interpretazioni sistematiche o letture biografiche semplificatrici. La mostra riunisce in un’unica sede espositiva, per la prima volta in Italia, tutte le opere provenienti dal Museo “Dolores Olmedo” di Città del Messico e dalla “Jacques and Natasha Gelman Collection”, le due più importanti collezioni di Frida Kahlo al mondo, insieme a prestiti di diversi musei internazionali che permetteranno di ammirare alcuni capolavori dell’artista mai visti nel nostro Paese.
La mostra intende superare la visione semplicistica del lavoro dell’artista messicana, derivata dall’intreccio tra la vita e l’opera dimostrando che, per un’analisi seria e approfondita della sua poetica, è necessario spingersi oltre labiografia superando il mito alimentato dalle mode.
Afferma Diego Sileo, curatore della mostra, conservatore del PAC, storico dell’arte contemporanea latinoamericana: “Per quanto possa sembrare paradossale, è il gran numero di eventi dedicati a Frida Kahlo che ha portato ad ideare questo nuovo progetto perché la leggenda che si è creata attorno alla vita dell’artista è spesso servita solo ad offuscare l’effettiva conoscenza della sua poetica. Fino ad oggi la maggior parte delle mostre sulla Kahlo si sono limitate ad analizzare gli oscuri traumi familiari, la tormentata relazione con Diego Rivera, il desiderio frustrato di essere madre e la tragica lotta contro la malattia. Nel migliore dei casi la sua pittura è stata interpretata come un riflesso delle sue vicissitudini personali o come sintomo dei suoi conflitti e disequilibri interni. L’opera si è vista rimpiazzata dalla vita e l’artista irrimediabilmente ingoiata dal mito”.
Il percorso espositivo rivela come la Kahlo nasconda molti segreti e propone – attraverso fonti e documenti inediti ritrovati nel 2007 nell’archivio di Casa Azul (dimora dell’artista a Città del Messico) e da altri importanti archivi presenti per la prima volta, con materiali sorprendenti (archivio di Isolda Kahlo, di Miguel N. Lira, di Alejandro Gomez Arias) – nuove chiavi di lettura della sua produzione. I temi portanti della sua ispirazione artistica – come la ricerca costante della propria identità di donna e di artista, l’affermazione della “messicanità”, la sofferenza fisica, la leggendaria forma di resilienza – si riflettono nel progetto della mostra, che si sviluppa attraverso quattro sezioni: Donna, Terra, Politica e Dolore.
Nelle due lunghe vetrine curve che si affacciano sulla nuvola centrale del MUDEC, si snoda il percorso dedicato a “Il sogno degli antenati. L’archeologia del Messico nell’immaginario di Frida Kahlo”, visitabile gratuitamente.
Carolina Orsini, conservatore delle Raccolte Extraeuropee del Museo, e Davide Domenici, antropologo specialista di archeologia e storia dell’America indigena, hanno allestito una mostra-approfondimento che esplora l’archeologia messicana attraverso un racconto fatto di oggetti archeologici ed etnografici di area mesoamericana, in grado di dimostrare come il mondo indigeno e il passato precolombiano abbiano costituito elementi fondamentali della pratica artistica dell’artista messicana. Sculture azteche, figurine fittili teotihuacane e ceramiche del Messico occidentale costituirono per la Kahlo un lessico identitario ed estetico, un patrimonio di forme e significati che permise all’artista di esprimere quella “messicanità” che costituì uno dei temi portanti della sua opera e di quella performance artistica che fu la sua vita.
La mostra si articola in una serie di sezioni dedicate al ruolo che il mondo indigeno e la riscoperta archeologica del passato precolombiano ebbero nella costruzione della nazione post-rivoluzionaria; al collezionismo di oggetti archeologici da parte di Frida Kahlo e Diego Rivera, alla loro riscoperta dell’estetica precolombiana e alla “costruzione” dell’immagine di Frida Kahlo mediante il frequente uso, documentato da foto storiche, di abiti etnici e di antichi gioielli di giada.
Museo delle Culture (Via Tortona, 56)
Dal 1° febbraio al 3 giugno
Lun: 14.30_19.30 (Lunedì mattina aperto dalle 10.00 alle 14.30 SOLO per gruppi e scuole su prenotazione con ingresso ogni 15 minuti)
Mar, Mer, Ven, Dom: 9.30_19.30 Gio, Sab: 9.30_22.30
BIGLIETTI Intero € 13 | Ridotto € 11
“Il sogno degli antenati. L’archeologia del Messico nell’immaginario di Frida Kahlo” è visitabile gratuitamente.
Per informazioni e prenotazioni: www.ticket24ore.it | Tel. +39 0254917 | mudec.it | FB: /mudec.museodelleculture | TW: @mudecmi
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.