Macerata, sfila la violenza verbale dei fascisti di sinistra: ‘Ma che belle son le foibe’

Attualità

Milano 11 Febbraio – Eppure la morte è uguale per tutti. Eppure erano italiani che affermavano la propria identità contro il fascismo rosso di Tito. Eppure il loro ricordo continuerà a gridare nelle coscienze degli uomini per bene. Ieri la manifestazione dei fascisti rossi a Macerata. E dico fascisti perché da tempo in Italia credono di fare una pulizia etnica emarginando, annullando chi ha idee diverse nel segno di una superiorità bastarda. Relaziona Giuseppe De Lorenzo su Il Giornale “Ma che belle son le foibe da Trieste in giù”. Inneggiano alla tragedia degli italiani esuli dell’Istria e della Dalmazia.

E lo fanno durante quello che dovrebbe essere un corteo antifascista, contro la violenza e contro le discriminazioni. Alla faccia. Durante la manifestazione a Macerata dopo la morte di Pamela Mastropietro e la folle caccia all’immigrato di Luca Traini, la sinistra ci casca ancora. E sulle note di una canzone della Carrà, gli antagonisti di “AktionAntifaschistiche” e i centri sociali del Nord Est deturpano il Ricordo di loro compatrioti fuggiti dalle vessazioni del regime di Tito. Vicino a loro sventolano le bandiere dell’Anpi, di Emergency, di Libera, della Fiom, dell’Arci, di Rifondazione comunista, di Potere al popolo e di alcune associazioni di migranti.

Non è una novità. E pensare che il giorno del ricordo è istituito per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe”. Ma per la sinistra non è così. Il 10 febbraio diventa ogni anno la data in cui calpestare la memoria degli italiani uccisi è considerata lotta al fascismo.

Non c’é spazio per il ricordo. Non c’é spazio per gli eventi in memoria dei caduti. Non c’é targa, corteo o minuto di silenzio per quegli italiani uccisi dal rossissimo Tito. Non c’é spazio perché vengono commemorati dalla destra italiana. Quei morti per mano rossa non devono esistere, devono essere cancellati. Rispediti (nuovamente) in quella fossa carsica che li ha inghiottiti nel 1943. In un modo o in un altro.”

Le ragioni dell’odio e dell’irrazionalità abitano a sinistra. E non è ammissibile che una parte detti regole, dia passaporti di democrazia. Non è tollerabile che tutti i protagonisti vetero comunisti si coalizzino per gridare al lupo al lupo per un rigurgito fascista che non c’è. Le ragioni della violenza non intimidiscono nessuni. Anzi.

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