Spal-Milan 0-4
Milano 11 Febbraio – Una vittoria senza se e senza ma, un pomeriggio quasi perfetto per riprendere a correre veloce dopo lo sfortunato pareggio di Udine.
Un Cutrone in versione Pippo Inzaghi segna una doppietta, la prima in serie A, con lo stile dell’ex numero 9 rossonero, da rapinatore d’area si trova nel posto giusto al momento giusto per spingere in rete due palloni ribattuti da Meret. Lucas Biglia offre tanta quantità, ottima qualità e firma il 3-0 con tanto di urlo liberatorio come a volersi mettere alle spalle i primi mesi difficili di questa stagione. Gattuso venerdì in conferenza stampa aveva speso parole al miele per l’argentino, lui lo ripaga come già stava facendo nell’ultimo mese, giocando alla grande e con la ciliegina che sigilla i tre punti. Nel finale c’è gloria anche per il subentrato Borini, se lo merita visto tutto l’impegno che mette in ogni circostanza.
Dicevamo di un pomeriggio quasi perfetto, si perché il Milan segna 4 gol e non rischia praticamente mai nulla se non su una punizione di Viviani che bacia il palo esterno.
Volendo fare i pignoli troviamo due nei. Il primo è il giallo evitabile rimediato da Kessie, l’ivoriano era diffidato e salterà la gara di domenica contro la Samp. Il secondo sono i venti minuti di sfuriata ferrarese che il Milan subisce poco dopo il vantaggio. Lazzari manda al manicomio Ricardo Rodriguez e Gattuso allora gli piazza addosso anche Calhanoglu, da quel lato arrivano almeno quattro cross velenosi ma nessun reale pericolo per Donnarumma. Dopodiché, Spal cancellata dalla partita.
Una prova di sostanza, di discreta qualità e di una nuova maturità per il Milan, perché consapevole che si giocherà ogni tre giorni riesce questa volta a gestire anche le energie per tenere in magazzino un po’ di fiato prezioso da spendere nelle prossime gare. La sensazione è che la squadra di Gattuso sia in continua evoluzione e questa è una sensazione finalmente piacevole per i tifosi rossoneri.
Racconto e analisi tattica.
Solito Milan sullo scacchiere, Cutrone parte titolare con Kalinic fermo ai box per la pubalgia e André Silva in panchina.
La squadra rossonera si muove in maniera armonica durante la gara, buoni i tempi di occupazione degli spazi in fase offensiva e intensità alta in mezzo al campo per chiudere ogni spiraglio. Quando la palla viene giocata sulla catena di destra da Suso, Kessie e Abate, dall’altra parte Calhanoglu e Bonaventura si alternano nei movimenti, a volte il primo va dietro alla prima punta Cutrone che attacca la profondità mentre l’altro attacca il secondo palo e viceversa. Quando invece si gioca a sinistra manca la spinta di Rodriguez per dare ampiezza alla manovra. Gattuso deve aver detto a Calhanoglu di giocare più liberamente, infatti il turco svaria più del solito arrivando anche a scambiare con Suso per poi tentare la verticalizzazione.
La Spal prova a pressare alto mettendo in difficoltà Romagnoli in un paio d’occasioni, ma non Bonucci che trova sempre lo scarico sui centrocampisti, solitamente su Biglia che è bravo a smistare in avanti con velocità.
Nemmeno il tempo di iniziare e il Milan è già in vantaggio, Suso ricama, Romagnoli incorna, Meret respinge centralmente e Cutrone ribadisce in rete. 0-1.
La Spal rimane stordita per 10′ minuti ma poi esce fuori e prende campo, schiaccia il Milan per 20′ minuti buoni in cui Lazzari è incontenibile, il Milan si riaffaccia in avanti solo verso la fine del primo tempo con una conclusione di Calhanoglu di poco fuori e un tiro di Bonaventura alzato in angolo da Meret.
Nella ripresa pare essere tornato in campo solo il Milan, i rossoneri giocano, provano, scambiano, tirano e si portano sullo 0-2, ancora con Cutrone che ribatte a rete una smanacciata di Meret su un mancino di Suso.
Nell’ultimo quarto d’ora arriva prima la rete di Biglia, lesto ad approfittare del suicidio di Viviani rubandogli il pallone e mandandolo a giro nell’angolino e poi il bel gol di Borini, che imbeccato bene da Montolivo scarica un gran sinistro di prima alle spalle di Meret.
Triplice fischio e festa Milan.
Mese della verità in arrivo.
Giovedì c’è l’Europa League con la trasferta in Bulgaria contro il Ludogorets, poi Sampdoria in casa, ritorno di EL col Ludogorets a San Siro, Roma in trasferta, ritorno di Coppa Italia contro la Lazio all’Olimpico e il derby.
Si giocherà ogni tre giorni, un mese di fuoco, un mese infernale, sperando che il Diavolo lo interpreti come habitat naturale.
Le coppe possono dare qualche soddisfazione, il Milan giocherà per vincere perché vuole centrare la finale di Coppa Italia e andare avanti in Europa League che dagli ottavi in poi diventa affascinante.
In campionato i rossoneri sono attesi da un trittico di gare molto duro che nel girone di andata ha portato zero punti, oggi però questo Milan è un’altra squadra e non può certo permettersi tre sconfitte. Alzare adesso l’asticella delle aspettative sarebbe sbagliato, ma alla fine di questo ciclo il Milan scoprirà se può puntare a qualcosa di più che ad arrivare più avanti possibile nelle coppe e del sesto posto in campionato. Nel frattempo il mantra è sempre lo stesso, pensare di partita in partita come ordina Gattuso. Poi si vedrà.
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