Per il bene e la tenuta della democrazia, gestire i migranti con fermezza

Attualità

Milano 12 Febbraio – Forse non succedeva dai tempi di Scelba, quando nel ’47 Pietro Secchia voleva continuare la Resistenza armata o nel ’48 quando Togliatti chiese a Stalin il permesso di fare la rivoluzione se la Dc e gli americani si fossero scatenati in caso di vittoria del Fronte Popolare (Stalin sconsigliò e Togliatti ne fu sollevato). O forse più recentemente non accadeva dai tempi di Cossiga, ministro dell’Interno nel ’77 quando gli Autonomi occupavano il centro delle grandi città a ogni week end e nel ’78 quando il giorno in cui fu sequestrato Moro il governo temette che quello fosse il segnale di una rivoluzione armata. Per questo fa una certa impressione sentir dire da Marco Minniti nel 2017 «ho temuto per la tenuta democratica del paese» il 29 giugno, quando sospese il volo per gli Stati Uniti perché stavano arrivando in Italia 13mila immigrati su 27 navi diverse. Eppure Minniti aveva e ha ragione. Tenuta democratica di un paese significa che l’ordine pubblico in quel paese è sotto il controllo dell’autorità costituita secondo regole rispettate dai cittadini.

Alla fine di giugno il banco stava saltando. Le Ong avevano scambiato l’Italia per un gigantesco porto senza regole e senza controllo, dove scaricare ogni giorno migliaia di immigrati di cui buona parte nel giro di qualche mese si sarebbe dispersa per l’Italia in maniera incontrollata, con tutte le conseguenze immaginabili. Gran parte della popolazione non era più disposta ad accettare continue ricollocazioni di immigrati, i sindaci non controllavano la situazione, il cortocircuito era a un passo. In due mesi il quadro è completamente cambiato, gli sbarchi si sono ridotti in agosto del 72 per cento rispetto all’anno scorso e per la prima volta da venti giorni nessun disperato annega nel Mediterraneo. È indubbio che gli accordi con la Libia e il summit di Parigi dei giorni scorsi siano stati un successo per l’Italia, dopo anni in cui le nostre lamentele erano state completamente ignorate. Adesso c’è da pagare il conto della presenza sul territorio di troppa gente sbandata. Gli stupri compiuti o tentati negli ultimi giorni sono il fenomeno mediaticamente più esplosivo e socialmente più inquietante. Che fanno tanti giovani immigrati in perfetta salute senza soldi e senza lavoro che non riescono a espatriare? Rubano, spacciano e hanno con le donne un rapporto spesso brutale, frutto di una sensibilità e di una formazione sociale del tutto diversa dalla nostra. Abbiamo scoperto che per quattro anni a Roma è stata tollerata l’occupazione di un palazzo diventato sede di spaccio e di taglieggio di immigrati ai danni di altri immigrati. Quattro anni. Dire che non si possono fare sgomberi senza soluzioni alternative è una cosa di buonsenso. Salvo che può essere interpretata come l’invito ad occupare una casa per trovare una diversa sistemazione. Il compito del ministro dell’Interno, del governo, dei sindaci e quant’altri non si esaurisce con il crollo degli sbarchi. Fermata l’ondata degli arrivi, occorre gestire con equilibrio, ma con grande fermezza la massa sbandata che è rimasta. Altrimenti la ‘tenuta democratica’ sarà di nuovo in pericolo.

Bruno Vespa (Quootidiano,net)

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