Oggi concerto per il Ricordo della «Verdi»
Milano 16 Febbraio – E ancora stallo sul grande monumento milanese dedicato agli esuli e agli infoibati. Dovrà ancora aspettare, dunque, la memoria delle vittime di quegli onori che hanno insanguinato il fronte orientale dopo la seconda guerra mondiale. Ieri, in Comune, una delegazione del comitato pro monumento, guidata dal presidente Romano Cramer, ha incontrato l’assessore Pierfrancesco Maran, per sbloccare una vicenda che si protrae ormai da anni, quella della stele che dovrebbe essere collocata in piazza Della Repubblica. Del problema, emerso nei giorni scorsi, si era parlato in occasione del Giorno del ricordo, quando Comune avevano parlato di ultenori difficoltà legate ai costi.
Il monumento dedicato alle vittime sarebbe realizzato dall’esule istriano Piero Tarticchio, che fra l’altro ha patito personalmente la tragedia della pulizia etnico-politica operata dai titini: suo padre e sei familiari furono infoibati. Il monumento, già disegnato, costerebbe 80mila euro: il 30% del costo sarebbe donati dalla fondazione Bracco; per i restanti oneri i promotori provvederebbero grazie agli introiti pubblicitari che deriverebbero dai cartelloni dei cantieri in pieno centro. Qui sorgono i problemi, perché il Comune da un lato esclude che una donazione possa indirettamente comportare un «profitto» per un qualche soggetto, da un lato ha già incardinato un iter amministrativo (con delibera e determina) fondato su una donazione, e quindi non prevede oneri a suo carico.
Palazzo Marino, insomma, sta facendo pesare alcune difficoltà di ordine burocratico. E si impegna solo a operare una verifica ulteriore del caso dal punto di vista normativo e amministrativo. L’obiettivo però sembra allontanarsi. E Cramer, che ieri era accompagnato da Tito Sidari e Guido Brazzoduro, sindaci dei Comuni «in esilio» di Pola e Fiume, commenta: «Tutta la comunità attende fiduciosa, il Largo Martiri è un po’ limitativo, diminutivo, in una città come Milano che ci ha accolto bene, sarebbe doveroso altro, questo almeno è il nostro auspicio, per noi e per i nostri discendenti. Abbiamo fondato questo comitato da molti anni e siamo in attesa. Visto che la precedente giunta ha approvato la delibera, non vorremmo che con Sala tutto andasse a ramengo e non si riuscisse a compiere questo percorso. Noi comprendiamo la burocrazia, ci atteniamo alle regole, ma non comprendiamo certi ostacoli se c’è l’intenzione di farlo. L’assessore ha dichiarato che verificherà come uscire da questo stallo».
Intanto Paolo Bassi, presidente di quella Zona 4 che ha dedicato un cippo alle vittime delle foibe nel giardino del municipio, racconta che qualcuno ha lasciato un fiore vicino alla stele: «Un bel gesto – commenta – e un primo segnale di come questo piccolo ma significativo monumento stia già venendo “riconosciuto” dai milanesi». E anche quest’anno l’orchestra Verdi, nell’ambito della Commemorazioni del «Giorno del Ricordo», domani alle 20 in Largo Gustav Mahler dedicherà all’esodo biblico dei 350mila italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazi il prestigioso concerto di Cajkovski per pianoforte e orchestra n 1 op. 23 e la sinfonia n 3 in la op. 44 di Rachmaninov diretti dal Maestro Jader Bignamini. E la comunità degli esuli ringrazia l’orchestra per sensibilità. Rara.
UN FIORE IN ZONA L’omaggio di uno sconosciuto nella sede di Zona 4
Alberto Giannoni (Il Giornale)
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