La vicenda di via Cogne, con un ragazzo di 13 anni soffocato dal fumo causa incendio, getta ulteriore luce sulla questione dei riscaldamenti delle case. Popolari e non. Private e pubbliche. Ma soprattutto in quelle popolari. Le ricostruzioni concordano:
Una donna ecuadoriana, 51 anni, e un connazionale, 65 anni, sono stati indagati per incendio colposo e omicidio colposo in relazione al rogo divampato ieri all’interno del loro appartamento al civico 20 di via Cogne, a Quarto Oggiaro, che ha provocato la morte di Haitam Errafi, 13 anni. I due indagati sono i titolari del contratto d’affitto dell’abitazione popolare al decimo piano dello stabile, di proprietà del Comune, in gestione a Metropolitana milanese. L’incendio è scaturito proprio da quell’appartamento: secondo gli accertamenti dei carabinieri e dei vigili del fuoco, appare ormai piuttosto chiaro che l’innesco sia partito da una caldaia della casa, già difettosa da qualche tempo. Corriere della Sera
Incendio in via Cogne, brucia la “torre popolare”: morto ragazzo di 13 anni
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Il rogo, stando ai primissimi accertamenti dei carabinieri, si sarebbe originato da una caldaia o da una stufetta di una casa proprio al decimo piano. Da lì, in pochi attimi, le lingue di fuoco si sono propagate al resto delle abitazioni.
Haitam – nato in Italia da genitori marocchini – era solo nel suo appartamento: ha telefonato a sua madre, che era al lavoro in un vicino hotel, per chiederle aiuto e poi è svenuto. In un ultimo lampo di lucidità si è chiuso in bagno, dove i soccorritori lo hanno trovato già svenuto. Milano Today
Quello che non si dice è perché la famiglia Equadoriana era costretta a ricorrere ad una caldaia difettosa, pure da qualche tempo. Perché, in una casa popolare, era concessa una cosa del genere? E perché dovevano ricorrervi? La caldaia era loro? O era del Comune? Oppure il riscaldamento centralizzato non era efficiente, faceva freddo e questa gente in qualche modo doveva scaldarsi? Io non lo so, lo stabiliranno le indagini. Io però un discorso politico lo vorrei fare, oltre la tragedia e perché non si ripeta mai più. Le caldaie delle case popolari stanno tirando gli ultimi. Anche negli edifici nuovi, anche in quelli più moderni. L’intero parco calore va rivisto. Non è più procrastinabile. Confidiamo nell’illuminazione del prossimo consiglio Regionale, perché altrimenti sarà un disastro via l’altro.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,