I numeri, assoluti, sono agghiaccianti. Li riporta Repubblica:
Da quando è entrato in vigore il decreto Lorenzin, che ha reso obbligatorie 10 vaccinazioni per bambini e ragazzi fino a 16 anni, in Lombardia si sono vaccinati e messi in regola oltre 31.400 bimbi e adolescenti. Sono i dati elaborati dalla Regione a 22 giorni dal 10 marzo, la scadenza fissata dal decreto entro la quale chi è scoperto deve mettersi in regola. E fare i vaccini che gli mancano. Il dato, in percentuale, è del 17,04 per cento: “Un buon risultato”, dicono dall’assessorato al Welfare. Rimangono, però, oltre 153mila under 16 che, ancora, non sono a posto. E che, di qui a 20 giorni, rischiano sanzioni fino a 500 euro, o addirittura l’esclusione dalla classe nel caso degli iscritti a nidi e materne, se non si mettono in regola.
I dati elaborati da Palazzo Lombardia sono quelli relativi ai bambini e ai ragazzi nati tra il 2001 (che oggi quindi hanno 17 anni) e il 2015 (che oggi hanno due anni e frequentano l’asilo nido). A essersi vaccinati di più sono proprio questi ultimi, ossia i bambini che frequentano i nidi, nonché quelli iscritti alle materne e hanno fino a 6 anni: per loro, infatti, non essere in regola comporterebbe l’impossibilità di entrare in classe a partire dall’11 marzo.
Per quanto l’esclusione dalle classi, direi meno male. Per la multa, è poco, ma da qualche parte bisognava partire. Alcuni appunti, liberali, sul tema. Primo, questo argomento non rientra nella libertà di cura. Perché, una volta contratto il morbo, non si mette in quarantena il malato che diventa un’arma biologica ambulante. Un pericolo per chi non ha potuto vaccinarsi, come i bambini troppo piccoli o quelli immunodepressi. O gli adulti immunodepressi o soppressi, si pensi ai malati di leucemia. Quindi non proteggersi è un atto di aggressione. Letale, in taluni casi. E il principio di non aggressione è sacrosanto. È bello che lo Stato lo imponga? No, affatto, ma ci abbiamo provato a spiegarlo alla massa di mamme informate e di padri spaventati dai fantasmi prodotti dalle ossessioni collettive della società del figlio unico. A spiegarglielo con le buone. A spiegarglielo con i dati scientifici. Con pazienza. Non è servito a nulla. Qualcuno paventa che così si creeranno dei gruppi isolati. Purtroppo è necessario. È la prova empirica delle due teorie. Se hanno ragione loro, la morbilità dei due gruppi sarà identica. Anzi i loro figli saranno meno autistici. Se abbiamo ragione noi, presto o tardi esploderanno delle epidemie che falceranno i loro figli. Solo che a quel punto qualcuno dovrà finire in galera. Avremmo potuto chiduerla così, ma siccome i poveri innocenti che soffriranno e moriranno non hanno responsabilità alcuna, vale ancora e sempre la pena di provarci a salvarli. Dai loro genitori innanzitutto.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,