Ortomercato, progetto fermo. I grossisti «Pronti a valutare aree private»

Milano

Milano 18 Febbraio – Dopo un percorso accidentato durato 20 anni sembrava che questa potesse essere la volta buona per la riqualificazione dell’Ortomercato, gestito dalla società comunale Sogemi. La delibera del progetto (che vale circa 90 milioni di euro) sarà discussa lunedì prossimo in consiglio comunale, ma i grossisti suonano già le campane a morto: «c’è il rischio che non se ne faccia nulla – ha dichiarato Giorgio Vasta, presidente dell’associazione dei grossisti dell’Ortomercato, intervistato da Affaritaliani -. A oggi non abbiamo garanzie e le proposte alternative, su aree esterne a Milano, non mancano. Col vantaggio che la gestione sarebbe totalmente privata». Già, perché il piano finanziario prevede che su 90 milioni di euro 40 siano versati dal Comune, mentre Sogemi metterà gli altri 50 chiedendoli alle banche. Palazzo Marino ha deciso di escludere i privati dall’operazione perché «la legge regionale impone la partecipazione pubblica di almeno due terzi nel capitale dell’ente gestore» e a detta dell’assessore al Bilancio Tasca l’ipotesi di una partecipazione dei privati «non sarebbe stata appetibile nelle attuali condizioni». Peccato che i grossisti chiedano a gran voce una gestione pubblico-privata che consenta loro di entrare in Sogemi, per partecipare direttamente alla gestione dei mercati. «Anche perché pagheremo anche noi il mutuo attraverso la quota di affitto – che salirà da 75 euro al metro quadro a 130 euro – ma non saremo mai proprietari della struttura». I privati investiranno 10 milioni di euro per gli allestimenti degli stand e 15 milioni per la piattaforma logistica. Altro terreno di scontro è dato dalla durata dei contratti, fissata a 3 anni. «Con un investimento di questo tipo – specificano i membri dell’Ago – non possiamo avere contratti così brevi». Al momento sembra che 112 grossisti su 116 si trasferiranno nelle nuove strutture, ma voci di corridoio assicurano che in caso di mancato accordo gli abbandoni si moltiplicheranno. Sollecitato da Libero, Vasta ha rivelato che tra i luoghi alternativi a quelli di via Lombroso per la loro attività potrebbero esserci i terreni ubicati in prossimità della tangenziale est (ex dogana di Segrate) e l’area vicino alla Brebemi. I lavori di riqualificazione potrebbero partire già quest’anno e concludersi tra il 2020 e i12021; nel frattempo le attività continueranno. Le aree libere sono già state destinate all’edilizia, mentre la nuova piattaforma logistica andrebbe a sopprimere l’area verde esistente; «un’idea che francamente non si spiega» afferma Vasta. Specialmente per una giunta che vorrebbe fare della tutela dell’ambiente uno dei suoi cavalli di battaglia. Dal canto suo, Gianluigi Zaffaroni (presidente del Sindacato Dettaglianti Ortofrutticoli) chiede che con l’avvio delle operazioni venga assicurata ai commercianti la possibilità di accesso all’area e che siano garantiti ordine e pulizia (fino a oggi la zona era invasa dalla sporcizia, tra immondizia e pavimenti lerci). A criticare il progetto è Alessandro Morelli (Lega), per il quale «il piano di ristrutturazione snatura l’area» e rischia di «uccidere i mercati, facendo un favore alla grande distribuzione». Questo perché, con la calmierazione dei prezzi, i cittadini «saranno costretti a rivolgersi ai supermercati. Un bel risultato per il Pd, che dopo aver permesso l’occupazione abusiva di una palazzina liberty a gente che non paga un euro di tasse (il centro sociale Macao), ora riesce a distruggere un’istituzione che dà lavoro a migliaia di famiglie».

Andrea Cappelli (Libero)

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