Il pollaio della politica

Attualità

Milano 19 Febbraio – A quando una Novella 2000 per la politica? I candidati presumibilmente premier sfilano nelle varie Tv compiacendosi per un’eleganza d’occasione, con la cravatta giusta, la pettinatura giusta, l’affabulazione convincente, studiata, quasi la preparazione per un provino decisivo per la carriera. Sono diventati bravissimi nel rispondere per assiomi futuribili che con la realtà hanno poco da spartire, ma fanno un effettone (Di Maio). Oppure intonando la litania “Io ho fatto”, quasi che i fallimenti non esistessero (Renzi), oppure ignorando le provocazioni e portando la discussione su fatti concreti (Salvini), oppure mediando le domande con i punti di un programma che deve essere spiegato, perché concretezza vuole che conti un progetto per scegliere (Berlusconi). Ma poi c’è tutto il gossip di contorno, frutto di faide mai sopite, di rivalità antiche, di ambizioni smisurate. Soprattutto a sinistra. E allora, fuori dall’ufficialità, D’Alema ha detto, Prodi ha detto, squadernando un pollaio di ripicche che i sondaggi al minimo per i partititi di sinistra hanno fatto emergere. Ed oggi Grasso e Boldrini rappresentano la razza purissima, e Renzi è la razza pura solo se la si confronta con il becero centrodestra che, miracolosamente, tiene la compattezza nonostante gli insulti e le provocazioni. Di Maio premier in pectore dopo aver gridato per 5 anni onestà, onestà, non sa neppure chi ha nel partito, chi ha derogato dai patti, chi è indagato, chi maltratta la moglie come quel Falco di buona memoria. Il Movimento perde i pezzi e non si chiede il perché. E, a parte i congiuntivi, non azzecca una previsione, si contraddice. I giornali riportano fedelmente ogni sospiro, ogni battita, ma sempre più sembra di essere in un pollaio con troppi galletti. Dove sta la politica?

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