Zona Maciachini: l’ex stamperia chiusa da vent’anni è diventata un rudere

Milano

Ercole Ferrario: “Questo sito è abbandonato da decenni: tutt’attorno si formano mini discariche, in più attira ubriachi e tossici. Il degrado chiama degrado”.

Milano 21 Febbraio – Assi di legno sigillano gli ingressi affacciati sulla strada. Pannelli coprono tutte le finestre al piano superiore. Sbirciando oltre le reti si può scorgere quel che resta dell’ex stamperia tra le vie Livigno e Monte San Genesio (il citofono è al civico 8): strutture ridotte a ruderi, erbacce, macerie. Il sotterraneo avvistato dall’alto potrebbe essere il set di un film horror: spettrale, vuoto, senza più scale, con cavi che penzolano dal soffitto. «Così da almeno 20 anni», la denuncia dei cittadini del quartiere. Il complesso, di proprietà privata, è a pochi passi da piazzale Maciachini, «una zona che sta pian piano rinascendo. Sono nati nuovi servizi, ci sono piani di sviluppo in corso. Ma resta lo smacco di questo buco nero. Quale sarà il futuro?».

Il primo a contattare il Giorno è Ercole Ferrario, residente. «Questo sito – spiega – è abbandonato da decenni. All’angolo si formano spesso discariche, in più sul marciapiede tutt’attorno si radunano ubriachi e tossici. Il degrado attira degrado… e non si cancella da solo». Abbiamo osservato la struttura, un lunedì mattina. Le persone passano accanto a questa ex stamperia senza più far caso al suo stato. Come fosse normale guardare un sito e vedere solo abbandono e resti di un passato che fu, di cui è rimasta solo qualche traccia. «Purtroppo siamo costretti a convivere con questa bruttura – sottolinea Filippo Battaglia, altro residente –. Io non so se sia previsto un piano di riqualificazione ma credo che prima di qualsiasi intervento, anche di una eventuale vendita, sia necessaria una bonifica. Per ora tutto resta così com’è, putroppo. Cosa mi piacerebbe al posto di questo luogo abbandonato? Magari una palestra o un centro fitness a prezzi abbordabili, alla portata delle famiglie». E non è l’unico a esprimere questo desiderio. «Ma anche un parcheggio non sarebbe male – continua Enrico Bezzini –. Trovare un posto auto è un’impresa. E pure per noi residenti il rischio multa è sempre in agguato». Olimpia Papagni aggiunge che «capita di veder pure scorrazzare topi». Stefania Guinzoni, ancora, si interroga sul futuro: «Ogni tanto vedo entrare degli operai. E mi illudo sempre che parta il restyling. Invece si tratta sempre di messa in sicurezza».

Il municipio9 si sta interessando al futuro di questo complesso. Ma una rinascita pare lontana: gli uffici dell’assessorato all’Urbanistic a del Comune fanno sapere che finora non è stato presentato alcun progetto dalla proprietà. L’ultimo documento risale al 2011, con richiesta di demolizione e nuova realizzazione di un complesso residenziale. Ma da allora tutto tace.

Marianna Vazzana (Il Giorno)

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