Milano 22 Febbraio – E già, sono passati 50 anni dal ’68. E in qualche modo vanno celebrati. E’, la mia, un’ironia amara, per un periodo che sfociò negli anni di piombo, nella contrapposizione violenta di due ideologie estremiste. Il clima di questi giorni ricorda la paura, l’irrazionalità e la cieca vendetta con cui le piazze venivano messe a ferro e fuoco. Qualcuno vuole risuscitare gli anni del terrore? Si registra infatti la rinascita di un “sistema” degli opposti estremismi, alimentato apertamente con prese di posizioni che hanno alla base l’intolleranza e una presunta superiorità di giudizio per l’appartenenza ad una parte politica “eletta”. L’allarme urlato “al lupo, al lupo” del (presunto) neofascismo serve per coprire i reali problemi che attraversano il Paese, e il nulla da proporre per risolverli. Perché a ben guardare le battaglie della Boldrini sono linguistiche e immaginate (vedasi la declinazione al femminile delle mansioni e l’invenzione di un movimento fascista morto e sepolto).
Quanto accaduto a Palermo, l’assalto a Massimo Ursino responsabile di Forza Nuova da parte di sei aggressori vestiti di nero e con il volto coperto, nella centrale via Dante, intorno alle 19, coi negozi aperti e gente lungo il marciapiede, è un’aggressione premeditata e programmata. Una risposta fai da te alle dichiarazioni della Presidente della Camera? La rivendicazione è chiara “Chi afferma che esista una ‘minaccia fascista’, a Palermo come in tutta la Sicilia dovrà ricredersi: questi uomini di poco conto appartenenti a formazioni neofasciste, che fanno di razzismo e discriminazioni il loro manifesto politico nonché la costruzione della loro identità forte e battagliera, si sgretolano in men che non si dica sotto i colpi ben assestati dell’antifascismo. Infatti non sono in grado di difendere sé stessi, figuriamoci di attuare il loro programma politico. I fatti avvenuti oggi sono la dimostrazione del fatto che sul territorio palermitano esiste chi ripudia il fascismo e non ha timore di lottare per bloccarlo e schiacciarlo (…)”.
Fin troppo facile chiedersi di chi sia la “responsabilità morale” (la Boldrini? il Pd? altre forze di pseudo-sinistra?). A chi interessa riproporre condizioni di caos come quelle di cinquant’anni addietro?
Chi può credere alla “buona fede spontanea” della squadraccia antifascista che si comporta come i peggiori fascisti del ventennio? Il fatto di Perugia ci dice che la spirale della contrapposizione è iniziata. E’ questo che vuole la sinistra che non condanna mai i “compagni che sbagliano”?
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Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Tra l’altro a Perugia, vedi Ansa di ieri, sembra che i fatti si siano svolti all’opposto di come raccontato. Quindi un’altra aggressione comunista dove stavolta, hanno incontrato gente che ha reagito