Parcheggi riservati alle donne. Non staremo esagerando?

Attualità

Il Sindaco di Vimercate pare piuttosto seccato quando gli si chiede conto e ragione della sua decisione: “Si tratta di un invito e non di un obbligo, cosa che peraltro la legge non consentirebbe, quindi per gli eventuali ‘trasgressori’ non è prevista una multa – ha spiegato il sindaco Francesco Sartini con un comunicato – Questa piccola iniziativa vuole rappresentare un invito da parte dell’amministrazione comunale e della Polizia locale di Vimercate verso tutti gli uomini perché riconoscano che le donne, ancora oggi, si fanno carico di maggiori difficoltà per conciliare vita professionale, privata e familiare”. La piccola iniziativa è riservare dei parcheggi alle sole donne. Ed è una delle tante sconfitte che il femminismo storico sta subendo, con la benedizione delle moderne eredi delle suffragette. Sì perché, se negli ultimi due secoli l’obiettivo è stato quello di dimostrare che la donna, socialmente, era e doveva essere considerata totalmente uguale all’uomo, oggi il gioco si è ribaltato: la donna va considerata vittima permanente, pertanto ha bisogno di continui privilegi. Quote dedicate, canali preferenziali. Parcheggi. Il fatto, in sé è irrilevante, ovviamente. Il trend che lo ha fatto nascere no. Per niente. Perché, spinto all’estremo, ci mostra cosa stia diventando la nostra società. Ovvero un posto dove le scelte individuali non contano nulla, ed appartenere ad una certa categoria determina anche le condizioni, le aspettative e persino i sentimenti che proverai. Non ci credete?

Prendiamo ad esempio un grande classico: la differenza retributiva lamentata dalle donne. Si chiama Gender paygap in Inglese. Ed esiste solo se si mischiano opportunamente i dati. Perché, se li si legge correttamente, un uomo ed una donna che fanno il medesimo lavoro con le medesime ore e la medesima responsabilità prendono lo stesso. Individualmente non esiste la differenza. Esiste se si considerano le donne come categoria. Perché, in questo caso, si ignorano le scelte individuali delle singole: i permessi di maternità, il rifiuto degli straordinari o la scelta di non fare determinati lavori ad alto rischio. Questo non vuol dire che se sei donna sarai pagata meno. Questo significa che devi fare delle scelte nella vita. Per cui la storia del sindaco non ha minimamente senso. Ci sono molti uomini che fanno grandi sacrifici nella vita. Che fanno volontariato, crescono i figli, lavano i piatti e sono educati. A loro non lo vogliamo riservare un parcheggio? No? E perché no? Perché essere donna, ormai, è una patente di vittima. E questo è sbagliato, sbagliato perché fa male. Alle donne, prima di tutto.

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