Milano 27 Febbraio – Giubbotti, cappucci, zaini, borse cariche di bombolette. Sono quattro figure che corrono lungo la massicciata dei binari, alla luce dei lampioni, accanto a un treno, al confine del vasto spazio dei binari nel deposito Atm di Famagosta. Gli uomini della sicurezza dell’azienda li vedono scappare dai monitor delle telecamere di sicurezza. Poco dopo arrivano nel deposito per le verifiche: quattro vaste scritte colorate coprono le fiancate di tre interi vagoni di un treno della linea M2. Inizia così, intorno alle 19.30 di venerdì, un fine settimana di attacchi dei writer alla metropolitana. Quattro blitz in poco più di 24 ore, tre treni imbrattati, colpite tutte le linee, tre assalti riusciti e l’ultimo sventato, con quattro graffitari infine fermati e denunciati alla fermata «QT8». Una sequenza di intrusioni che sulla rete dei trasporti milanesi non si vedeva da anni.
I francesi
Si parte dall’ultimo episodio, l’unico nel quale la Security Atm (da anni impegnata per contrastare gli ingressi dei writer nei depositi) è riuscita a identificare i ragazzi che all’alba di ieri (poco prima delle 6.3o) hanno spaccato una porta e si sono infilati in una galleria della linea «rossa». La vigilanza li ha visti correre sulla banchina della fermata «QT8» e pochi minuti dopo li ha fermati e consegnati al Nucleo tutela decoro urbano della Polizia locale, che segue tutte le indagini sugli imbrattamenti. Ai writer sono stati sequestrati telefoni cellulari, macchine fotografiche, guanti, bombolette di vernice, mascherine, due «piedi di porco» che avevano lasciato in macchina. La circolazione dei treni è stata interrotta dalle 6.27 alle 6.41, tra le fermate «Lotto» e «San Leonardo».
Denunciati due ragazzi italiani, 20 e 25 anni, i cui nomi compaiono già nell’archivio degli investigatori per precedenti denunce, personaggi piuttosto noti nell’ambiente milanese. Uno, in particolare, ha più volte svolto il ruolo di «Caronte», una sorta di guida nei sotterranei milanesi per altri writer in arrivo dall’estero. E infatti, ieri mattina, nel gruppo c’erano anche due francesi: 27 e 32 anni, arrivati da Marsiglia. 11 più giovane, in particolare, era stato già fermato dai carabinieri della stazione di Gorgonzola nell’estate 2014, perché con un complice aveva divelto una recinzione del deposito Atm, sul versante di via Sondrio, e stava andando a «spaccare» un treno della linea «verde».
Gli allarmi
Contro i vandalismi, Atm ha costruito negli anni un sistema che ormai conta 5 mila telecamere, 3.800 tele-allarmi, 4 mila sensori in metrò e nei depositi. È anche grazie a questo sistema che gli imbrattamenti di treni sono scesi dai 150 del 2014, ai 75 del 2017. Merito anche del Nucleo anti-graffitismo della Polizia locale che ha ricostruito, indagato e portato a processo le maggiori crew, che nel tempo hanno così ridotto le proprie intrusioni in metrò. «Grazie anche alla proficua e continua collaborazione con le forze dell’ordine — afferma l’azienda in una nota — Atm riesce a contrastare fenomeni sensibili e a salvaguardare il patrimonio dei suoi depositi e dei suoi mezzi».
Nuovi attacchi
In questo fine settimana però i writer sono riusciti a entrare in tre depositi senza essere intercettati. Sempre venerdì sera, dopo l’intrusione a Famagosta, un macchinista che stava rientrando nel deposito di Rogoredo ha notato 6/7 graffitari che armeggiavano sulla fiancata di un treno: anche in questo caso, nonostante l’avvertimento del conducente, il gruppo è riuscito a scappare. Durante l’ispezione, gli addetti dell’azienda hanno scoperto che tre carrozze di un treno della linea «gialla» erano state del tutto ricoperte da grossi disegni colorati.
L’ultima segnalazione è arrivata nella tarda mattinata di sabato, per una nuova intrusione con imbrattamento al «Gallaratese», dietro via Cilea. Non accadeva da anni: tre depositi «bucati» e tre treni vandalizzati. In meno di 24 ore.
Gianni Santucci (Corriere)
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Se non si metteranno fuori legge queste bombolette la situazione peggiorerà sempre più.
Infatti più passano gli anni e più imbecilli italiani e non crescono e questi imbecilli crescendo in altezza, ma non nel cervello, capiranno che in questo paese tutto e permesso e approfitteranno della situazione e continueranno a far danni a carico degli altri. Gli italiani fanno pochi figli, ma, purtroppo, la mamma degli imbecilli è sempre in cinta.