Milano 28 Febbraio – – PER ENTRARE in via Lulli 30, caseggiato Aler a pochi passi da piazzale Loreto, citofonare non serve: il portone è spalancato perennemente. «Rotto». E il primo problema che segnalano gli inquilini. Chiedono aiuto, «più decoro, più sicurezza, manutenzione in un caseggiato che cade a pezzi» e che confina con altri palazzoni popolari. Significa cortili comunicanti «e svariate vie di fuga». Da qui, le scorribande «sia di vandali e sia di malintenzionati. Ed è capitato di trovare persone che dormivano nelle cantine, utilizzate non solo come giacigli ma anche come deposito di refurtiva. A terra ogni tanto spuntano carte di credito e portafogli svuotati». Questo è il quadro della situazione in sintesi.
MA BASTA varcare la soglia del portone «rotto» e farsi guidare dai cittadini per passare in rassegna tutti i particolari. Oltre il portone, ecco un ponteggio e reti che inibiscono il passaggio in certi punti: «Una protezione, per evitare che eventuali calcinacci crollino in testa a qualcuno», spiegano gli inquilini. Tutti, peraltro, chiedono l’anonimato, «per non finire nel mirino di vandali e delinquenti e subire dispetti», la spiegazione. Il tour prosegue. Nell’area coi locali immondizia spuntano discariche. «Anche queste perenni, come il portone rotto». Vecchi mobili, stracci, scatoloni e sacchi neri riempiti di cianfrusaglie. «Hai voglia a chiedere interventi. Il cortile viene ripulito di tanto in tanto ma, basta poco, e l’immondizia viene gettata un’altra volta». Ma a preoccupare i cittadini è soprattuto la questione sicurezza: in un angolo del cortile spunta la carcassa di una moto (rubata?). E ieri mattina, sulla pavimentazione, si notavano aloni bianchi. «Una banda di ragazzini — racconta un abitante — si è scatenata domenica sera, svuotando un estintore. Sono intervenute le forze dell’ordine. Ma i ragazzini non sono imputabili perché hanno meno di 14 anni». E poi ci sono le cantine, «terre di nessuno. Anzi, di chi le occupa», altro problema. Abbiamo visitato i sotterranei della scala E: niente luce, bisogna farsi strada con le torce dei cellulari. «Non le utilizziamo, sono tutte aperte, maleodoranti. Sono state utilizzate come rifugi di fortuna da balordi — sottolineano gli abitanti, che si addentrano tra quei corridoi solo indossando mascherine —. Vorremmo potercene riappropriare». L’ennesimo desiderio.
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