Alla fine ha vinto lui: Francesco avrà la sua pensilina

Milano

Dopo l’appello del Giorno, partiti i lavori in via Gassman

Milano 2 Marzo – «SONO CONTENTO. Finalmente una buona notizia, per me ma soprattutto per il quartiere Adriano». Lieto fine per Francesco Cianci, 89enne invalido che da mesi chiedeva al Comune «una pensilina» in via Gassman per aspettare comodamente il bus 86 di cui si serve per andare dal medico e per le commissioni quotidiane. In mancanza di un sedile aveva provveduto a portare una sedia da casa, lasciata sul marciapiede e incatenata a una ringhiera. Ora la novità è che ieri, a distanza di poco più di una settimana dall’appello del signor Cianci riportato su queste pagine e poi ripreso da tg e trasmissioni televisive, sono cominciati i lavori dell’agognata pensilina: transenne e reti rosse fanno capolino sul marciapiede. «Lavori partiti», confermano dall’assessorato alla Mobilità di Palazzo Marino, che precisa fossero già in programma. «Ma l’interessamento dei giornalisti ha sicuramente aiutato — commenta il signor Cianci — tanto che ho in mente di posizionare un cartello sulla futura pensilina, per ringra-‘ ziarli». Sarebbe il terzo cartello. Il primo, l’89enne lo aveva appiccicato lo scorso agosto: una “preghiera” lasciata vicino alla sua seggiolini in strada per scongiurare furti e atti vandalici. «Fate i bravi. La sedia mi è comoda, sono invalido. Grazie». Il secondo è comparso invece venerdì 16 febbraio, rivolto al Comune: «Ho quasi 90 anni, pago le tasse. La pensilina non c’è ancora. Prima che Dio mi chiami spero di vedere la pensilina e di godermela, mentre aspetto 1’86». Il suo grido d’aiuto era stato subito raccolto dal Giorno.

IL MINI CANTIERE avvistato mercoledìmattina lo ha illuminato. Voce squillante e distesa al telefono, il signor Cianci non smette di dire «Sono contento, grazie». Per la primavera, l’auspicio, potrà finalmente utilizzare la “sua” pensilina con tettoia e sedile. «Ogni giorno — ha raccontato più volte — ho bisogno di andare a comprare qualcosa, il pane o il latte, e vado a prenderli servendomi dell’autobus. Mia moglie, che ha 84 anni, ha ancora più difficoltà di me a muoversi». Uscire per le commissioni è anche un modo per distrarsi, prendere aria e incontrare altre persone. Il lieto fine, però, non spegne le polemiche nel quartiere: «A che punto siamo arrivati, bisogna rivolgersi ai media per far valere i propri diritti», commenta un residente. «Le elezioni sono vicine», sottolineano altri.

Marianna Vazzana (Il Giorno)

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