Milano 5 Marzo – Un liceo statale che accoglie studenti adulti, in orario serale: non esisteva, a Milano. La prima sezione la aprirà a settembre l’artistico Boccioni, scuola in zona Fiera, indirizzo Arti figurative. Ed è un unicum nel panorama cittadino che vede cinque istituti ad indirizzo professionale e tecnico impegnati sul fronte (il Frisi, il Bertarelli, il Giorgi, il Molinari e il Kandinsky) ma nessun liceo «puro».
«Abbiamo pubblicato pochi giorni fa la notizia sul sito e ci sono già quindici richieste di informazioni, persone interessate — racconta il preside Stefano Gorla —. Tra loro ci sono molti diciottenni che avevano abbandonato gli studi per vari motivi. Alcuni lavorano ma le loro professioni non c’entrano nulla con le materie di studio, tornano sui banchi di scuola, per il piacere di studiare disegno o storia dell’arte».
Un tampone anche per la dispersione scolastica, allora. «I percorsi didattici sono più flessibili e brevi rispetto ai modelli e alle metodologie pensati per l’utenza diurna. Il programma si svolge in tre anni invece che cinque, con percorsi semplificati», continua la vicepreside Emanuela Volpe. A fine triennio si sostiene l’esame di Stato.
«I cinque istituti che prevedono un corso per adulti hanno fatto rete e sono riuniti nel Cpia — dice il presidente del centro, Pietro Cavagna —. Accoglieremo anche il Boccioni. E una volta che il sistema sarà rodato gli studenti potrebbero anche seguire moduli in più scuole». La domanda è sempre alta per i serali. Al Frisi l’indirizzo Economico sociale serale continua ad aumentare gli iscritti, «sono circa un centinaio — dice il dirigente Luca Azzolini — e sono per lo più ventenni, qualcuno più grande». La notizia del Boccioni interessa non soltanto gli istituti comprensivi ma anche i presidi dei licei. «Siamo interessati ad aprire una sezione di scientifico serale, credo sia una buona idea. Bisognerebbe riuscire a condensare il programma in modo che sia meno impegnativo rispetto a quello diurno, per gli studenti lavoratori», dice ad esempio Carmela De Vita, preside del Donatelli Pascal.
«Classi di scientifico serale potrebbero attirare molte persone. Ma le autorizzazioni dal ministero e dalla Città metropolitana non si riescono ad avere — si accoda Domenico Squillace, dirigente del Volta —. Per i licei non è soltanto questione di costi, è difficile anche trovare una formula semplificata rispetto al diurno. L’escamotage potrebbe essere aprire una sezione con orario diverso, dalle 18 alle 21, ma con lo stesso programma del corso tradizionale in cinque anni. Così formulato però risponderebbe alle esigenze dell’utenza? ».
Ottenere il via libera per le classi serali è difficile, dicono i presidi. «L’anno scorso ero reggente al Caterina da Siena, avevamo richiesto di aprire un serale di Grafica e Moda. Non ce lo hanno concesso», si rammarica Squillace.
Nel 2010 il Comune aveva chiuso, fra le proteste, il Gandhi. Era l’unico pubblico serale d’Italia, con quattro indirizzi, scientifico, classico, linguistico e sociopedagogico, la sede in piazza XXV Aprile. I corsi civici, con più indirizzi ma non liceali, oggi sono ospitati nel polo didattico di via Deledda, nell’edificio del linguistico Manzoni. «Negli anni scorsi si è preferito investire su ciò che permetteva una spendibilità immediata nel mercato del lavoro», riflette Emilia Ametrano, preside del Brera, dove il serale c’era. «Chiuso da anni. E oggi non ci assegnerebbero personale in più».
Elisabetta Andreis (Corriere)
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