L’onda lunga della crisi: in un anno 9mila case e palazzi all’asta nella provincia di Milano

Milano

Dal blocco residenziale di Porta Vittoria alla Chiesa di San Carlo alle Rotelle, dagli attici ad appartamenti di piccolo taglio: nel 2017 sono stati battuti in provincia di Milano immobili per un valore di 1,5 miliardi

Milano 13 Marzo – Interi complessi edilizi, ville di lusso, attici da milionari in pieno centro. Ma anche bilocali, piccole case e appartamenti normalissimi. Nel frullatore della crisi — e quindi delle aste giudiziarie — negli ultimi anni c’è finito di tutto. Nel 2017 in provincia di Milano sono state pubblicate 8.989 aste immobiliari per un valore di oltre 1,5 miliardi di euro. Che unite a quelle dei due anni precedenti portano a circa 28mila immobili messi all’asta. Case che quasi sempre si trovano in mano alle banche.

Il valore più alto andato all’asta a Milano sono stati i 152 milioni per l’intero blocco residenziale di Porta Vittoria, famoso per la disastrosa impresa immobiliare della cordata guidata da Danilo Coppola. L’asta, che si è tenuta il 29 novembre 2017, è andata deserta: ma oggi il fondo Algebris (inglese ma con sede anche a Milano) si è fatto avanti per il ritiro in blocco dell’intero complesso. All’asta è finita anche la seicentesca Villa San Carlo Borromeo di Senago con i suoi nove ettari di parco e le cinque dependance: prezzo 14,8 milioni. Attualmente la villa ospita sale banchetti e stanze per hotel di lusso, un’attività che continua e che non è fallita.

In centro città gli appartamenti battuti sono stati in totale 2.154 per una media di oltre 186mila euro ad appartamento, molto più alta della media provinciale che è di circa 123mila euro. In via Tolmezzo c’è finito un complesso immobiliare di cui fa parte anche la Chiesa di San Carlo alle Rotelle, in asta per fallimento, con un valore di perizia di circa 860mila euro. In via Pegaso una villa in stile Liberty, su quattro piani con spazio esterno. In piazza Amendola invece una villa su tre piani di 380 metri quadri, completamente indipendente con 430 metri quadri di giardino, introvabile a mercato libero, è andata all’asta per poco più di due milioni di euro. E poi ancora in via Larga al civico 11 un appartamento di 220 metri quadri per 1 milione di euro, un attico da 3.602 metri quadri in via Sant’Andrea per 4 milioni di euro, il 29esimo e il 30esimo piano del grattacielo di via Vittor Pisani, con tanto di giardino pensile e terrazzo, andato in asta per qualcosa come 2,6 milioni di euro.

I numeri dei fallimenti non sono destinati a diminuire nel breve termine, anzi. Come spiegano Gabriele Mazzetta e Mirko Frigerio di NPLs Resolutions, società del gruppo Gabetti che ha effettuato la rilevazione: «Considerati i tempi per le procedure, lo scorso anno all’asta sono andati gli immobili relativi a fallimenti e pignoramenti del 2011. Nei prossimi anni sono destinati ad aumentare, se non si cercano soluzioni alternative». Il tema è quello dei “non performing loans”, ovvero tutti quei prestiti che le banche non riescono a riavere indietro: gli immobili quindi finiscono all’asta, con tempi lunghi e drammi umani per chi in quelle case ci vive (o ci viveva).

La soluzione? «Fare in modo di rivolgere questi immobili sul mercato — spiegano — evitando le aste che rappresentano un problema per tutti: per le banche che non recuperano il valore, per le persone che perdono casa e continuano ad avere sulle spalle il debito. Anche perché i tribunali hanno tempi e procedure lunghe e complicate. Ci sono potenziali acquirenti per questi immobili. Serve però la professionalità di chi si occupa di questo mestiere».

Luca De Vito (Repubblica)

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