Estetica della perdizione

Attualità

Milano 14 Marzo – Va guardata, la direzione del Partito Democratico. Certo, anche letta, ascoltata, capita. Ma prima di tutto guardata. Perché c’è un’estetica della perdizione che dice più di tanti discorsi uguali, speranzosi che ci si applichi a coglierne le differenze e le diffidenze.
Tanti jeans, clarks, camiciuole sbottonate, ovviamente scravattate. Le divise del più conformista dei pretesi anti conformismi. L’ordinanza anti casta di chi così spera di restare casta. Il piglio giovanile di chi è invecchiato senza maturare. Il vestirsi scanzonato di chi non è in vacanza, ma sol perché non è al lavoro. L’aria da comitiva rissosa in gita a spese degli altri. Da esploratori di istituzioni di cui hanno assaporato tutte le comodità (compresa la macchina di servizio lasciata qualche passo più in là). Ma come fanno a non rendersi conto che trasmettono non normalità, ma assenza di serietà?
Si vestano come vogliono, per carità. Il guaio è che si vestono come vorrebbero apparire e appaiono per quel che sono: gente che non avverte la gravità del servire un Paese. L’abito non fa il monaco, certamente, ma questo vale per quanti hanno vocazione monacale anche senza il saio, non per i monaci in bermuda.
Deve essere loro sfuggito un dettaglio: a ciucciargli via i voti è stata una forza politica che non si veste da povera, ma s’è rivolta ai poveri con un linguaggio povero e con proposte destinate a moltiplicare la povertà. E non so se ci hanno fatto caso, ma a rappresentare quella forza politica hanno messo un giovane decongiuntivizzato, ma perfettamente inamidato, sempre in giacca e cravatta. Come a dire: guardatemi, sono una persona con intenzioni serie. E le ha. Tanto che cita De Gasperi, mentre loro ancora cercano Jovanotti.
Cari compagni in sempre minore compagnia, cari eredi di un’ideologia di miseria oppressione e sangue, che avete giustamente ripudiato, ma senza farlo troppo notare, ci avete messo tre lustri per capire il senso del maglioncino girocollo di Berlusconi, quanto pensate di mettercene prima di capire che il vestiario fancazzista rischia di non essere un affascinante inganno, ma una sconfortante conferma?

Davide Giacalone
www.davidegiacalone.it
@DavideGiac

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.