Sei entrato nella mia vita e l’hai resa speciale. Grazie a te sono cresciuta e ho imparato a vivere
Sei entrato nella mia vita,o forse io sono entrata nella tua, o forse semplicemente era destino che le nostre vite si intrecciassero e diventassero un tutt’uno. Tutti dicono che il proprio cane è unico, che è il migliore, che non ci sono cani uguali e paragonabili, quindi quello che sto per dire potrebbe sembrare banale, però per me è la verità, perché io dico che tu eri e sei, senza ombra di dubbio, il cane più curioso, buffo, particolare, strampalato, simpatico, dolce e amorevole che esista sulla faccia della terra. Ci siamo conosciuti quando avevo 15 anni, ero una ragazzina studiosa, diligente e ordinata, sensibile e un po’ paurosa, e forse è proprio questa somiglianza tra di noi che mi ha attratto a te fin da subito, che mi ha fatto sentire un feeling speciale fin dall’inizio, il fatto che fossi così gioioso, ma allo stesso tempo pauroso, così dolce e attento, così bisognoso di avere qualcuno che ti proteggesse. Mi è bastata un’occhiata per capire che saresti arrivato tu a scuotere per sempre la mia esistenza: Tu, un batuffolo bianco di 2 mesi, un Golden Retriever tutto pelo e ciccia. Quando ti ho visto per la prima volta, i tuoi fratelli stavano tutti correndo nel prato liberi e festosi, mentre tu non ti scollavi dalle gambe del tuo padrone di allora.Ti abbiamo portato a casa e la nostra vita insieme è iniziata non senza difficoltà, in famiglia tutti ti adoravano, la tua dolcezza non passava inosservata, ma a dire il vero neanche la tua esuberanza. Tra salti, corse, tappeti mangiucchiati, giornali ridotti in mille pezzi come coriandoli, angoli di mobili rosicchiati, occhiali da vista ridotti in pezzi, pantofole distrutte e calzini ingurgitati, la nostra vita insieme scorreva, e quello che avevamo notato il giorno in cui ti abbiamo conosciuto si è manifestato subito: non volevi stare da solo. Non c’è mai stato verso, soffrivi troppo, e l’ansia che provavi nel momento in cui ti lasciavamo anche solo per un’ ora, era visibile e mi spezzava il cuore. Quando uscivamo piangevi, in montagna non ti allontanavi mai più di tanto, in casa ti sdraiavi in entrata, una posizione strategica per monitorare tutti.
La predisposizione a farti amare non ti è mai mancata, subito appena arrivato hai conosciuto quello che sarebbe diventato il tuo migliore amico a quattro zampe, un simpatico gattino di appena un anno, Simba, insieme ne avete fatte di tutti i colori. Blu, ancora è un mistero come hai fatto quella volta a buttarlo giù dal poggiolo, è si, Simba è finito nel cortile per la tua esuberanza, perché quando lo hai visto camminare sulla ringhiera non hai resi’sto dal corrergli incontro e catapultarti su di lui con forza. Certo, tu lo hai fatto in buona fede, però intanto lui è rimasto disperso per un giorno intero, povero Sìmba, fortuna che poi lo abbiamo ritrovato, sano e salvo.Questo episodio non ha comunque minato la vostra amicizia. Ancora sento il miagolio di Simba sul davanzale della finestra tutte le sere quando uscivi per la passeggiata, non si dava pace . La verità è che hai lasciato il segno in chiunque ti abbia conosciuto, mi hai accompagnato per 14 anni, sono diventata una donna con te accanto, mi hai fatto compagnia ogni singolo giorno, davanti alla mia porta la mattina abbaiando per entrare e salire sul letto, ai miei piedi tutte quelle interminabili ore a studiare volumi e volumi di psicologia in attesa della mia laurea, aspettandomi davanti alla porta con una voglia infinita di vedermi e salutarmi anche se uscivo solo per un quarto d’ora. Hai sopportato senza lamentarti tutte le volte che ho disturbato il tuo sonno per scattare centinaia di foto con te, che ora custodisco come un tesoro prezioso, ci siamo abbracciati, coccolati, hai dormito sulle mie ginocchia, ti ho messo una coperta quando hai avuto la febbre e tu hai curato, ogni giorno che ne ho avuto bisogno le mie lacrime. A dire il vero a te non piaceva vedere e sentire piangere qualcuno, era come se ti desse fastidio come se ti mettesse ansia, così spesso te ne andavi. Mi è bastato però un giorno, un singolo giorno, in cui la tristezza era molto profonda, forse più forte di tutte le altre volte, non piangevo , non facevo rumore, non mi disperavo e non alzavo la voce, ed è stato in quel preciso momento che hai alzato la tua testolina, mi hai guardato con quegli occhioni giganti e penetranti dritto in fondo al cuore, e piano piano ti sei seduto davanti e mi hai fissato per un periodo di tempo che mi è sembrato interminabile’ hai appoggiato la tua testa sul mio braccio per un secondo, poi ti sei girato e te ne sei andato. In quel momento ho percepito la tua presenza, in quell’istante che ho capito quanto ti volevo bene e quanto in realtà fossi sensibile. Beh diciamo la verità però, eri anche un gran casinista, eri buffo, tontolone e anche cocciuto, impossibile non rimanere a bocca aperta guardandoti mangiare. La maggior parte del riso, cucinato con le verdure apposta per te a causa di tutte le tue intolleranze alimentari, finiva quasi sempre fuori dalla ciotola, la quale a sua volta si spostava di parecchi metri durante il tuo pasto.
L’acqua, quando bevevi, era dispersa per tutto il pavimento e la mela, unico frutto che potevi mangiare, se non veniva tagliata a pezzettini, veniva sputata e rifiutata. Durante le nostre innumerevoli passeggiate in montagna, al lago, in città, la strada la sceglievi sempre tu, e se per caso un giorno decidevo di cambiarla, ti sedevi e aspettavi fino a che io non cedevo e ti accontentavo. La verità è che io volevo accontentarti sempre, che non riuscivo proprio a sgridarti e che mi facevi così tanto sorridere e divertire con le tue strampalerie che finivo sempre per assecondarti. A proposito di strampalerie, come non ricordare la tua passione per i calzini? Più di una volta siamo finiti dal veterinario con un blocco intestinale perché avevi ingurgitato uno o più calzini recuperati di soppiatto dal cesto delle cose sporche. Caro Blu abbiamo avuto una bella vita insieme, però un giorno, senza che neanche mene accorgessi, sei diventato vecchio, poco a poco hai smesso di giocare, di desiderare di uscire, hai iniziato ad avere male alle zampe, a dormire tanto e non sentire più quando tornavo a casa. Poco a poco ti sei spento, il tuo pelo da miele è diventato bianco, i tuoi denti sono caduti, i tuoi occhi si sono velati, e la vita ha fatto il suo inesorabile corso. Non posso nemmeno arrabbiarmi per la tua perdita, perché hai vissuto tutta la tua vita, però ciò non toglie che quel 10giugno 2017 mi si è letteralmente spezzato il cuore, quando hai chiuso i tuoi occhi per l’ultima volta ho sentito morire con te anche una parte di me. Voglio ringraziarti Blu perché quello che hai fatto è stato infinito. Mi hai donato la tua presenza, la tua fedeltà, la tua gioia, la tua voglia di vivere la tua ingenuità e spontaneità, mi hai regalato i tuoi anni e la tua amicizia, mi hai sostenuta, mi hai aiutato a crescere, mi hai fatto compagnia quando mi sentivo sola, non mi hai mai rifiutata. Mi hai fatto sentire la persona più speciale di questo mondo. Grazie per sempre amico mio.
ILARIA BIASION (Libero)
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