Per gli amanti della precisione: no, non sono nell’hub. Per gli amici di sinistra alla lettura: no, non è un’invasione. Anche se, a sentire i toni allarmistici dell’assessore competente, potrebbero facilmente essere considerati tali. Di certo, sono il simbolo dell’ipocrisia della Milano marciante. Di quella fiera dell’accoglienza. Dei “nessuno è clandestino”. Davvero, è una situazione iconica. Ci sono dieci cittadini del Gambia, stato che non vede una guerra da qualche secolo. Il massimo dei disordini si sono avuti nel 2016, ma sono finiti talmente presto che l’anno scorso è stato riammesso persino nel Commonwealth Britannico. Ma pazienza, fingiamo siano tutti perseguitati politici con nessun altro posto sulla terra che qui per stare e senza altra opzione che rimanerci a tempo indeterminato. Dicevamo, questi ragazzi la settimana scorsa palesano a Gallarate il loro problema: se hai fatto mezza Africa su mezzi di fortuna e sei sopravvissuto al Mediterraneo, non hai come sogno trasferirti in provincia di Varese. Posto bellissimo, gente fantastica, nulla da dire. Ma chi scrive, emigrato come loro dalla provincia alla Grande Milano, sa che non è esattamente la più alta delle aspirazioni. Solo che loro, i soldi per il biglietto per la nostra città non li hanno. Così il sindaco apre il portafoglio e glielo offre. Questo, da qualsiasi angolo lo guardiate, è un gesto di solidarietà. E poi, a Maggio Majorino marcerà (di nuovo) perché Milano accoglie tutti. Dovremmo essere tutti felici, no? No. Ovvio che no. Perché Pierfrancesco è solo comunista, non è scemo. E sa che una cosa sono gli slogan da urlare con i Centri Sociali, un altro la dura realtà.
Avete presente quando vi danno degli analfabeti funzionali perché “non è un’invasione, gli immigrati sono pochi”? Ecco, pare che abbiamo un nuovo compagno di viaggio. Perché, anche se solo dieci, anche se sono una stilla nel mare, sono la classica goccia che fa traboccare il vaso. Il sassolino che rischia di innescare una valanga. Con la bella stagione, non trovare dove dormire non è più un pericolo mortale. E di nuovo diventeremo meta di chi vuole provarci, a fare fortuna qui. E se questi dieci ragazzi racconteranno di quanto è facile, saremo rovinati. Per questo, l’assessore fa dichiarazioni che farebbero arrossire un leghista. Tipo che vanno sistemati altrove. Ed è buffo, perché prima accusava il Sindaco di Gallarate di trattarli come pacchi postali. Ora è lui a volerli spedire altrove. Inoltre, e chiudo, è curioso che si accusi il sindaco della città Varesina di scaricare sugli altri il problema e poi, come sempre, li si alloggia a Greco. Quartiere martire di questa situazione e del buonismo di Majorino, che ha fatto di Sammartini il simbolo di un cocktail letale di utopia ed incapacità. Ma se lui è così bravo, davvero non c’è un altro posto, magari sotto casa sua? Sempre qui, nei posti per i senzatetto (che poi muoiono morendo al freddo, perché in quei posti, se sei Italiano, non ci vai) vanno messi? In attesa di avere una risposta ci prepariamo alla marcia di solidarietà in cui nessuno è clandestino, ma qualcuno va ricollocato fuori Milano perché, ehi, non possiamo accoglierli tutti.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,
Siamo a Pasqua è dobbiamo un “doveroso” grazie a Sala e Majorino che si prodigano giornalmente per importare a Milano più clandestini e profughi possibili, mentre si dimenticano degli stanziali. Si chiedano questi due geni perché le elezioni sono andate così male per i comunisti che rispetto al passato sono notevolmente peggiorati nella loro politica, ma essere lupi e travestirsi da agnelli non è servito a nulla, anche a Pasqua.