“Serve a far lavorare, non sono contrario”. Così il Leader della Lega, Matteo Salvini. Ecco, questa posizione dovrebbe far preoccupare chiunque viva, lavori, produca e paghi le tasse in questo paese, da Nord a Sud. Perché è una presa di posizione assurda, controfattuale, priva di basi e che si basa su un grosso equivoco. Prendiamo la prima obiezione dei Grillini: c’è ovunque. Non è vero. Ovunque, come anche in Italia, c’è un assegno di disoccupazione. Che è una cosa decisamente differente. Anche come concetto. Ovvero, tu devi lavorare per vivere. Se per caso resti a casa finché non trovi un altro lavoro ti do qualcosa per aiutarti. Non “in quanto essere umano e cittadino”. È una differenza abissale: se ti pago in quanto cittadino, avere un lavoro cessa di essere un obbligo. Diventa un hobby. E produrre diventa una scelta economicamente insostenibile. Perché?
Partiamo da un po’ di dati sull’idea Grillina: ti viene dato il reddito finché l’ufficio di collocamento non ti ha proposto tre lavori che tu hai rifiutato. Questi lavori devono essere in linea con il tuo curriculum. Quindi se sei laureato in lettere antiche e ti propongono di andare a friggere patatine al Mc Donald’s puoi rifiutare, e non conta nel cumulo. Anzi, manco dovrebbero offrirtelo. Poi il lavoro deve essere entro 50 km da casa e raggiungibile con meno di 100 minuti di mezzi pubblici. Inoltre, una volta offerto puoi dare le dimissioni un massimo di due volte nell’anno solare. Quindi, di fatto i lavori offerti devono essere 4. Se ti licenziano, inoltre, si azzera il conto delle offerte lo stesso. Un’ultima considerazione: 780 euro è quanto viene dato. Ma se con quei soldi a Milano, semplicemente non vivi, a Castelvetrano diventi un piccolo borghese. Bene, questo lo scenario.
Adesso mi dovete spiegare dove trovate qualche milione di posti di lavoro al Sud, fuori dalle grandi città che rispettino l’altissimo numero di lauree umanistiche e che vanno sostituiti in continuazione. E soprattutto come questo dovrebbe incentivare a lavorare. Un indizio:non lo fa. Incentiva la creatività, quello sì. Incentiva l’atavica furbizia del popolo Italiano. Ma non incentiva a trovare un lavoro. Anzi, scoraggia dal farlo. Scoraggia dall’aprire una partita Iva. Incoraggi a rifiutare qualsiasi lavoro legale, spingendoti verso quelli in nero, verso la malavita, verso il mercato parallelo. È il sogno di chi vuol passare il proprio tempo a scrivere idiozie su Facebook. È una cosa che nemmeno il PCI propose mai, perché, con tutto il male che si poteva dire dei comunisti, persino loro avevano la produzione come benchmark. Quindi, come riassunto, la premessa, “se serve a far lavorare”, è falsa. Il caso è chiuso, andiamo avanti con la nostra vita ed evitiamo un governo dell’Apocalisse. Se possibile. Sennò prepariamoci ad onorare i 60 eroi che non hanno votato Fico alla Camera e che si preparano a difendere, ancora una volta minoranza della minoranza, l’onore d’Italia dai banchi di Montecitorio.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,