La lingua universale dell’arte: una mostra di autori autistici negli spazi delle Gallerie d’Italia

Cultura e spettacolo

Milano 31 Marzo – «Questo è il mio capolavoro: sono io, è il mio ritratto. Guardate tutti come sono bella e brava!». Alla presentazione della mostra «L’arte risveglia l’anima» visitabile fino al 3 giugno alle Gallerie d’Italia, Stefania Giancane ha preso il microfono e ha manifestato tutto il suo orgoglio per i quadri da lei dipinti e appesi alle pareti. Altri suoi colleghi, invece, sono rimasti seduti a terra senza mai smettere di muovere la schiena avanti e indietro oppure hanno mantenuto lo sguardo fisso davanti a sé. Tutti autistici, 24 pittori e 6 ceramisti, hanno però partecipato in modo unico a questa rassegna di 6o opere perché l’autismo, come ha spiegato Giuseppe Maurizio Arduino, psicologo e psicoterapeuta, non è una malattia ma un disturbo del neurosviluppo che ha manifestazioni molto diverse tanto che ormai si preferisce parlare di disturbi dello spettro autistico. C’è chi non riesce a relazionarsi e chi è ipersocievole; chi possiede una memoria prodigiosa e chi ha difficoltà di coordinamento del corpo. Ognuno è una storia a sé, ma per tutti la pratica artistica ha il valore di un «risveglio dell’anima», offre cioè la possibilità di comunicare emozioni e stati d’animo anche quando le parole e il corpo sono bloccati. La maggior parte dei lavori esposti sono ispirati a grandi maestri come Matisse, Marini, Giotto, Van Gogh, Munch; ma ci sono anche dipinti originali, i più forti proprio perché sfuggono alle gabbie dell’esercizio della copia. Nata da un’idea del direttore dell’Ermitage Mikhail Piotrovski e curata da Cristina Bucci, la rassegna sta girando nelle città italiane e a Milano è stata accolta dalle Gallerie d’Italia (p.za Scala 6, ore 9.30-19.30; giovedì fino alle 22.30) che dedicano programmi su misura ai visitatori speciali come malati di Alzheimer, ipovedenti e non vedenti, centri diurni di assistenza alle persone con disabilità, rifugiati politici. Unico museo in città impegnato su questo tipo di didattica inclusiva ed esempio ancora poco imitato.

Francesca Bonazzoli (Corriere)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.