Sanità: nelle liste d’attesa prima i lombardi ?

Lombardia

Milano 1 Aprile – Da queste colonne abbiamo sempre sostenuto la riforma sanitaria che prima Roberto Maroni e poi Giulio Gallera hanno scritto e poi iniziato a mettere in atto. Un’autentica rivoluzione sintetizzata nello slogan “dalla cura al prendersi cura”. Un modo semplice per dire che il paziente, cioè noi cittadini, una volta dimesso non deve essere abbandonato sulla soglia dell’ospedale, ma seguito passo passo fino alla risoluzione del suo problema. E non solo. Pensiamo ad esempio alla presa in carico dei malati cronici, con un “gestore” che seguirà il paziente, gli prenoterà gli esami di controllo e firmerà con lui un “patto” che gli semplificherà la vita.

Come ben vedete si tratta di un’autentica rivoluzione resa possibile dal fatto che la Sanità lombarda è un’eccellenza a livello mondiale. Lo sappiamo noi e lo sanno i pazienti che da tutta Italia e da mezza Europa invadono le nostre strutture per essere curati. Tutto bene? Fino a un certo punto, perché questo iper affollamento oltre a portare ricavi alla sanità regionale, genera anche liste d’attesa che spesso diventano intollerabili. Prenotare un esame e sentirsi dare tempi d’aspettativa di mesi non è bellissimo. Certo i “turisti” della sanità non sono l’unica causa delle lunghe attese, ma contribuiscono pure loro.

Per questo, pur continuando a sostenere convintamente una riforma ottima e pur riconoscendo a Giulio Gallera tutto il lavoro straordinario fatto in questi anni, ci permettiamo di fargli una richiesta: caro assessore, dall’alto dei suoi oltre 11mila voti (il recordman delle ultime regionali), vorremmo chiederle di studiare un metodo per dare precedenza ai lombardi anche nelle liste d’attesa della sanità regionale. Un modello, tanto per intenderci, che potrebbe ricalcare quello usato per le nuove graduatorie delle case Aler e che negli ultimi mesi ha dato risultati strabilianti. Non lo diciamo per razzismo, ma in fondo se abbiamo una delle sanità migliori del mondo è anche grazie ai soldi delle tasse versate ogni anno da milioni di lombardi, che in cambio chiedono solo di poter essere curati in tempi più brevi. Siamo certi che lei ci starà già lavorando, ma come diceva quella famosa pubblicità dei vini… “te lo do io promemoria…”.

Fabio Rubini (Libero)

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