Milan-Inter 0-0
Milano 5 Aprile – Con la peggior prestazione del 2018 il Milan saluta quasi definitivamente il quarto posto.
Anche se è giusto continuare a crederci finché la matematica lo permette, 8 punti in 8 giornate sembrano davvero una distanza incolmabile, senza considerare che c’è anche la Lazio da superare.
Peccato aver giocato un derby così sottotono dopo le ultime belle partite, quasi tutti i giocatori rossoneri sono sotto la sufficienza.
Nel primo tempo la gara è equilibrata e ad ogni occasione arriva la risposta dall’altra parte, nel secondo invece il Milan qualche occasione la crea, sbaglia migliaia di volte l’ultimo passaggio come al solito ma fa più fatica a impensierire Handanovic, nonostante una valanga di cross e il gol giustamente annullato a Cutrone per fuorigioco.
L’Inter invece si rende pericoloso eccome, solo che Icardi più che il solito predatore affamato dell’area di rigore sembra un vegano alla grigliata di Pasquetta, spaesato e fuori posto. Forse condizionato dal VAR che nel primo tempo gli ha annullato una rete per fuorigioco millimetrico, il centravanti nerazzurro sbaglia due gol già fatti con la porta vuota a pochi passi dalla linea mandando clamorosamente fuori. Il Diavolo ringrazia, all’andata l’argentino segnò anche sbagliando a calciare, questa volta invece non l’ha buttata dentro neanche colpendo a botta sicura, come a riequilibrare le cose.
L’Inter è sembrata più sciolta rispetto ai rossoneri, ha confermato che il periodo di crisi è alle spalle e a tratti ha fatto vedere anche dei buoni scambi.
Al Milan è forse mancato un pizzico di coraggio, troppa paura di perdere e compromettere la stagione ha frenato i ragazzi di Gattuso che non può essere contento della prestazione ma si porta a casa il punto. Ora, c’è solo da rimettere in campo il vero Milan, quello degli ultimi tre mesi.
Analisi tattica.
Come previsto Milan col 4-3-3 con Cutrone titolare e Montolivo al posto dello squalificato Biglia. L’Inter col solito 4-2-3-1 con Rafinha trequartista e Brozovic in mediana in coppia con Gagliardini.
Spalletti ha preparato qualcosa appositamente per contenere Suso, lo spagnolo viene braccato a tutto campo da D’ambrosio e quando entra in possesso è raddoppiato e addirittura triplicato da Brozovic e Perisic, ne nasce un tre contro tre visto che Gattuso ha messo come al solito Calabria alto e la mezzala Kessie che accompagna. La catena di sinistra potrebbe avere un po’ più di libertà ma Bonaventura non è in giornata e sbaglia quasi tutto ciò che tocca rallentando gli schemi. Il Milan sulle fasce lavora bene ma sbatte centralmente senza trovare quasi mai l’imbucata centrale giusta.
L’Inter col Milan molto corto prova a sviluppare velocemente la manovra per guadagnare qualche tempo di gioco, centralmente però è difficile passare, i terzini alti consentono di allargare un po’ le maglie rossonere e con buoni scambi crea da queste situazioni i maggiori pericoli.
Celebriamo Cristiano Ronaldo.
L’ultimo saluto a Ray Wilkins.C’è qualcuno dei ragazzi di Gattuso che è stabilmente sottotono nelle ultime uscite e ha confermato questo stato anche nel derby.
Il primo su tutti è certamente Bonaventura che a tratti sembrava giocare per l’Inter più che per il Milan. Jack deve assolutamente ritrovarsi, nelle ultime partite è sempre il peggiore in campo, sbagliando molto sia tecnicamente che nelle scelte e rallentando il gioco. Il Milan ha troppo bisogno che riprenda il passo che ha avuto fino alla gara contro la Samp.
Poi c’è Donnarumma, il ragazzo è turbato, si vede che non ha la tranquillità di prima, lo certifica la decina di rinvii corti spediti in fallo laterale nel derby, oltre che l’intervento un po’ goffo sul gol di Icardi poi annullato. Che pensi solo a giocare, il finale di stagione è ancora lungo.
Rodriguez sembra aver ritrovato la gamba e nel derby non è stato malaccio, ma ancora non è al suo livello qualitativo, pare come frenato da qualche paura, un po’ più di coraggio non guasterebbe.
Cristiano Ronaldo.
Cos’altro dire ancora? Un mostro. Un giocatore pazzesco.
È il migliore della storia? Non lo sappiamo e forse non è nemmeno così importante, è più importante ricordarci di ringraziare per vivere quest’epoca in cui possiamo ammirarlo e in cui siamo testimoni di prodezze come la rovesciata con cui ha distrutto i sogni di Champions della Juve e deliziato i palati degli appassionati di questo meraviglioso sport che è il calcio.
Ray Wilkins era un calciatore, allenatore e commentatore sportivo inglese.
Era un centrocampista metodista, un gran recuperatore di palloni con i piedi buoni per i lanci lunghi, uno che interpretava il calcio come fa chi viene d’oltremanica.
Il Milan e i milanisti lo ricordano per aver vestito, oltre che le maglie in patria e la divisa della nazionale inglese, anche la maglia del Milan di Liedholm negli anni ’80, gli anni in cui si gettavano le basi per quella che qualche anno dopo sarebbe stata la squadra più forte di tutti i tempi.
Ray Wilkins in quegli anni l’ha onorata davvero la maglia del Milan e chi ha giocato con lui lo ricorda con affetto. Facciamo lo stesso tutti noi. Ray si è spento proprio nel giorno del derby, all’età di 61 anni.
Riposa in pace grande Razor.
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