In un lungo post sul suo profilo Facebook una studentessa universitaria di 20 anni, nata in Marocco e da 17 anni in Italia, ha raccontato gli attimi di terrore vissuti alla fermata della metropolitana di Porta Garibaldi e ha ringraziato i tanti che l’hanno aiutata.
Una mattinata di un venerdì come tanti altri, alla stazione della metropolitana di Porta Garibaldi a Milano. Houda ha 22 anni, è marocchina, vive da 17 anni in un paesino in provincia di Varese..
Come ogni giorno ha preso il treno che da Travedona Monate arriva a Porta Garibaldi ed è scesa ad attendere la Metro 2 per andare in università, alla Statale, dove studia giurisprudenza. Ha lezione alle 8 e 30. Rischia di arrivare in ritardo, sono le 8 e 17. E’ questione di un attimo: il treno sta arrivando, Houda si sente spingere. Sbatte contro la porta del convoglio, ancora in movimento. Si riprende, si guarda in giro, vede l’uomo che l’ha aggredita. E che additandola continua a minacciarla…
Il racconto di Houda, postato sulla sua pagina Facebook, comincia qui: ed è il racconto della paura che inizialmente la immobilizza, dell’odio cieco che muove il suo assalitore nei confronti del colore della sua pelle e di quel suo velo rosa confetto, ma anche e soprattutto della solidarietà della gente che la circonda e la protegge su quel treno./Repubblica)
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