Il costo, nascosto, dei cibi biologici: vermi nella marmellata

Milano

La vicenda, in sé, non ha nulla di clamoroso: cibi contaminati da vermi. Le immagini di vasetti di marmellata incriminati, destinati ai pasti dei bambini delle scuole milanesi, stanno circolando sui social in queste ore: a partire dalla pagina Facebook  della consigliera di Forza Italia Silvia Sardone. Le marmellate erano destinate alla mensa di due scuole di Milano: quella di via Bottego in via San Mamete e un istituto per bambini con gravi handicap. I ritrovamenti risalgono al 4 aprile scorso. Come riporta Repubblica. Sono cose che succedono, verrebbe da dire. Ovviamente non l’ha detto nessuno, sono partite catene infinite di controlli del giorno dopo procedure di qualità perché l’unica cosa intelligente da dire era un tabù. Ovvero: volete il cibo biologico? Vi beccate i vermi. È un dato piuttosto incontrovertibile: avete deciso di scambiare i pericoli immaginari dei pesticidi con il rischio certo di avere i vermi nella marmellata. Adesso, però, almeno cerchiamo di evitare le crisi isteriche.

Ah, non avete accettato questo scambio? No, immagino di no. Eppure, era implicito. Quando vi hanno proposto la frutta biologica si sono dimenticati di dirvi che esisteva una quota ineliminabile di parassiti che non si potevano eliminare. Si sono dimenticati di dirvi molte cose come, ad esempio, che non è affatto vero che non si usino pesticidi. Se ne possono usare solo alcuni. Ed evidentemente non gli antiparassitari più efficaci. Ma negli ultimi 7 anni, dell’efficienza non è più importate nulla a nessuno. Bisognava solo andare avanti con l’ideologia. Saltando i fastidiosi problemi pratici che questo porta: le madri non sono contente della qualità della mensa? Fregatevene. I bambini rimandano indietro i pasti? Peggio per loro? Ci sono vermi nella marmellata biologica? Pazienza, l’importante è continuare ad ignorare la realtà.

E questo è uno specchio sconsolante ma preciso della situazione Italiana: se c’è un problema, la gara non è a risolverlo, ma ad ignorarlo nella maniera più coreografica possibile.

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