Sarebbe una crudele ironia se la fine del mandato esplorativo che ormai danno tutti per certo alla Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, si concludesse con la constatazione che l’unico governo possibile sia Martin-Di Maio. O meglio Renzi Grillo. Anche detto Renzillo. Ovvero il governo della farsa triste dei vincitori che diventano, passo passo come i vinti. Ieri è stato fatto un passo da giganti da Martina, che ha pubblicato i tre punti su cui il PD intende confrontarsi:
PENSARE ALL’ITALIA.
In Parlamento e nel Paese facciamo vivere le nostre battaglie e il nostro impegno quotidiano per un’Italia migliore. Ripartiamo dalle nostre proposte concrete, confrontiamoci con i cittadini a partire dai loro bisogni e dalle loro aspettative. Lasciamo ad altri tatticismi, scontri personali e di potere. Noi pensiamo all’Italia.
Ecco le prime tre proposte PD:
POVERTÀ. Allargare il Reddito di Inclusione per azzerare la povertà assoluta in tre anni e potenziare le azioni contro la povertà educativa;
FAMIGLIE. Introdurre l’assegno universale per le famiglie con figli, la carta dei servizi per l’infanzia e nuovi strumenti di welfare a favore dell’occupazione femminile, per ridurre le diseguaglianze e sostenere il reddito dei ceti medi;
LAVORO. Introdurre il salario minimo legale, combattere il dumping salariale dei contratti pirata anche valorizzando il Patto per la Fabbrica promosso dalle parti sociali. Tagliare ancora il carico fiscale sul costo del lavoro a tempo indeterminato per favorire assunzioni stabili con priorità a donne e giovani, norme per la parità di retribuzione dei generi
I primi due punti, come vedete anche voi, sono il reddito di cittadinanza, a cui vengono tolti gli aspetti folcloristici e data quella pennellata di complessità burocratica che col rosso del socialismo reale ci sta sempre bene. Il salario minimo legale diventa inutile con i rdc (reddito di cittadinanza) perché se non sei completamente babbo, come dicono nella terra dei miei avi) non accetti lavori sotto la soglia del rdc. E comunque, ne avessi anche uno del genere, vedresti lo stipendio ingrato. L’unica nota innovativa rispetto al programma di Di Maio è il taglio del cuneo fiscale. Che tanto i Grillini non sanno cosa sia, ma fa colore e non verrà mai attuato, quindi perché non metterlo? Ovviamente i Grillini in estasi sono felici per l’approccio, ovvero: il nostro programma ora è anche il vostro. Sulla leadership se ne può parlare, tanto per Casaleggio un replicante vale l’altro. E noi potremo goderci il delirio costruttivista dal buen ritiro dell’opposizione. In attesa dello schianto di queste politiche Keynesiane, che, come tutte le politiche socialdemocratiche, servono solo a bruciare la ricchezza e non incentivano a produrne di nuova.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,