Nel titolo sarebbe dovuta comparire la parola dementi, ma si è preferito soprassedere per evitare di scoprire quanto possano essere accaniti i membri dello staff legale della Casaleggio Associati. Quindi, ci limiteremo al termine insulti, nella sua più estesa accezione. Ieri c’è stato un mandato esplorativo. Ridicolo. Ma ormai il Colle pare deciso ad agire tirando gran monetine. Prima con giri di consultazioni alla Penelope, facendo e disfando la medesima tela, nella speranza che, miracolosamente, il prodotto finale fosse differente. Poi, rendendosi conto di aver fallito, viene dato un mandato ridicolo, per tempi (due giorni) e condizioni (valutare una sola alleanza). Umiliando una grande donna, come il presidente del Senato Casellati, costretta a far da notaio passivamente. E tutto per non aver il coraggio di dire che l’obiettivo del Quirinale è uno soltanto: il governo cinque stelle PD, ovvero l’unica cosa possa nascere da questa situazione rimuovendo le urne dal quadro. E fin qui il passato. Ieri, invece, abbiamo avuto uno squallido spaccato del futuro. Il circo signori, il circo. La proposta Di Maio è la seguente: FI può stare in maggioranza, ma non al governo. Ovvero: voi dovrete votare qualsiasi nostra porcheria, senza possibilità di emendarla, contrattarla o modificarne l’impatto dopo, con i decreti attuativi ministeriali. E perché dovremmo, di grazia? Perché Giggino o Bibbitaro se non va al governo non ci andrà mai più, visto che è al secondo mandato? Per farci insultare cinque anni da tutti? Ma fatevelo questo governo col PD. E finiamola qui.
Peraltro, facciamo una cosa che nessuno fa mai: parliamo di numeri. Un governo 5 stelle PD avrebbe una maggioranza di due seggi. Tre se ci mettete Napolitano. Voi ve lo vedete Di Maio che ringrazia Napolitano per la fiducia? Io pagherei per l’ebbrezza. Dopo la nomina, in ogni caso, partirebbe il Vietnam. Pensate, Di Maio dovrebbe contrattare ogni mossa con RENZI. Sì, RENZI è uno dei due o tre Senatori che possono, in qualunque momento, magari a voto segreto, sgambettare il Bibbitaro. Non sarebbe tutto poetico? Immaginateveli i momenti topici, quelli tesi, quelli importanti: zoom sul seggio di Renzi. Sorriso sardonico. Conta dei numeri. Il Governo va sotto di un voto. Applausi. Sipario. E pensate che Mattarella non fa andare alle urne perché serve un governo. Ma quello che vi ho appena prospettato, secondo voi, si qualifica come tale? Io non direi proprio.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,