Pronta da oltre un anno la mappa delle zone critiche, ma il progetto resta chiuso nel cassetto. ll centrodestra: perso troppo tempo
Milano 23 Aprile – Che fine ha fatto il “Piano telecamere” messo a punto dall’ex assessore alla Sicurezza Carmela Rozza a inizio 2017 per monitorare le aree critiche di ogni municipio? A febbraio dello scorso anno tutti e 9 i municipi hanno votato una delibera contenente l’elenco accurato delle vie che necessitavano di un maggiore controllo, ma da quel dl non si è mossa più foglia.
«E’ passato più di un anno e ancora non sappiamo nulla» afferma Marco Bestetti, presidente del Municipio 7, «da mesi stiamo sollecitando l’assessore alla Sicurezza, vorremmo indire una conferenza dei presidenti di municipio sul tema. Siamo ancora in attesa di una risposta». Tra i fattori che hanno determinato l’immobilismo di Palazzo Marino va citato il cambio della guardia per quanto concerne la delicata delega alla Sicurezza: difatti, a inizio di quest’anno Carmela Rozza si è candidata alle regionali con il Pd, risultando eletta. Questo ha portato a una fase di transizione e, infine, al cambio di assessorato per Anna Scavuzzo, che ha lasciato l’Educazione per ereditare il ruolo della Rozza.
II sospetto è che la “new entry” stia ancora studiando le carte, ragion per cui toccherà attendere diverso tempo prima che la situazione si sblocchi. Eppure spacciatori, criminali e malintenzionati non aspettano certo Palazzo Marino per agire, e ira i luoghi indicati dai presidenti di Municipio ci sono anche aree critiche come via Padova (dove nell’autunno 2016 si verificò persino un regolamento di conti ira latinos, con tanto di sparatoria ad altezza uomo all’angolo con piazzale Loreto, posto non a caso in testa all’elenco di priorità del Municipio 2). Sempre nel territorio governato dal giovane Piscina c’è via Arquà, all’angolo con via Leoncavallo, e punti critici come via Cavalcanti (sede della nota moschea abusiva), viale Monza e il cosiddetto “Trotterino” (giardini di via Giocosa). «Dopo alcune installazioni – poche – il piano si è fermato, e tutte le telecamere che ci erano state prospettate non si sa che fine abbiano fatto» conclude Piscina.
Scorrendo l’elenco del Municipio 3 spiccano invece via Corelli, corso Concordia (dove è ubicata la mensa dei senzatetto) e piazza Rimembranze di Lambrate, dove i comitati cittadini denunciano da anni la presenza di rom e il conseguente degrado dell’area. Non è da meno il Municipio 4, governato dal leghista Paolo Guido Bassi: «Di recente ho chiesto aggiornamenti alla Scavuzzo, che ho incontrato in occasione di un evento. La risposta è stata evasiva, non ha fornito alcuna precisazione in merito alla tempistica». Pensare che nel quarto municipio l’elenco stilato era piuttosto corposo: ben 75 punti critici, tra cui la tristemente nota piazza Ferrara, piagale Corvetto, viale Puglie (sede del grande mercato abusivo proprio dove dovrebbe sorgere il secondo lotto del parco Alessandrini) e viale Molise.
Delle 22 località individuate dal Municipio 5, invece, i quattro punti in cima all’elenco sono le aree d’accesso al parco Dionigi, il parco Cermenate e gli incroci Ripamonti – Pampuri e Donna Prassede – Don Ferrante.
Tra gli obiettivi prioritari del settimo Municipio, nella zona ovest della città, c’è la sorveglianza della tante case popolari del quartiere San Siro (e in particolare la zona ribattezzata dagli abitanti «quadrilatero della paura” adiacente a piagale Segesta e piazza Selinunte), oltre all’uscita delle scuole. Per quanto riguarda il Municipio 9, la giunta guidata da Giuseppe Lardieri si era concentrata in particolare su Affori e Bicocca.
Quanto tempo ancora dovrà trascorrere prima dell’installazione delle telecamere? Senza contare che nel 2017 il gruppo consiliare di Forza Italia ha fatto approvare un emendamento al Bilancio dove si chiedevano più telecamere nei luoghi pubblici. Neppure l’emendamento dei consiglieri azzurri ha prodotto alcun esito. Del resto, come sostengono i soloni del centrosinistra, l’insicurezza a Milano è soltanto percepita: l’operato degli amministratori Pd, invece, non lo percepisce nessuno.
Andrea E. Cappelli
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