Porta Ticinese, inutilizzati circa 500 posti auto. «E il quartiere soffoca nel traffico»
Milano 24 Aprile – Via Scaldasole si ribella. Una petizione punta il dito contro il degrado di una porzione di centro storico che uno stabile fatiscente e un parcheggio interrato in abbandono hanno trasformato in un bronx in miniatura. Lo stabile è il fabbricato al civico 5, che conserva ormai ben poche tracce dell’antica bellezza neoclassica. Presenta crepe evidenti e la copertura è a rischio crollo. Vi abitano sbandati e giovanissimi stranieri, forse tossicodipendenti, che sgomberati ritornano puntualmente. Le porte d’accesso sono state murate ed ecco spuntare a ridosso del fabbricato tende di fortuna fatte di stracci. Lì accanto c’è uno dei tre ingressi carrabili al parcheggio sotterraneo: quattro piani interrati per circa 5oo posti auto. Solo uno ne ospita una settantina. Dal meno 2 al meno 4 è il deserto. E anche una discarica, da anni. Ma a rendere il caso interessante è il fatto che non si tratta di un garage privato bensì è proprietà del Comune. Si sviluppa infatti da via Scaldasole a corso di Porta Ticinese, sotto quel doppio corpo di condomini che è il più grosso complesso di case di edilizia comunale nel centro storico.
La petizione e il caso sono stati discussi dal Municipio 1 che ha già posto la questione agli assessori al Demanio, all’Edilizia popolare, alla Sicurezza e al sindaco. Unica certezza, al momento, arriva dal Demanio, che ha in carico l’edificio neoclassico, soprannominato «Bicocca». L’intenzione è di metterlo a reddito, dunque alienarlo. In disaccordo, però, con il territorio che, come ricorda Elena Grandi, assessore al Demanio del Municipio 1, «aveva chiesto di ristrutturarlo in occasione del Bilancio partecipativo del 2015 per destinarlo ad attività artigianali e a start up. La posizione nel quartiere è strategica, di fianco c’è un vivacissimo Cam e di fronte il giardino condiviso. Tant’è che il nostro Consiglio ne ha chiesto l’inserimento tra le priorità dell’ultimo piano triennale delle opere pubbliche».
I residenti hanno sollevato con forza il tema della mancanza di sicurezza, in un angolo di città a ridosso della Darsena. Il 16 marzo scorso c’è stato così un sopralluogo dei consiglieri di Municipio con i funzionari di Mm, che ha in gestione il patrimonio popolare e dunque anche i box interrati: «Abbiamo constatato che la situazione è oggettivamente critica, anche sotto il profilo igienico — aggiunge Grandi —, ma Mm il giorno dopo aveva già provveduto a bonificare dai rifiuti». Tappeti di siringhe e spazzatura. Rimane in sospeso la sicurezza. Perché i piani interrati sono accessibili dall’esterno. E gli inquilini denunciano di avere paura non solo la sera. L’assessore alla Casa, Gabriele Rabaiotti, spiega: «Il canone d’affitto dei box non è disciplinato come quello degli alloggi, affittare il garage può costare più di un appartamento — spiega l’assessore — ed è per questo che abbiamo portato in giunta una delibera che ci consente di procedere ad una gara per l’affidamento dei posti auto abbattendo il canone». Il Municipio ha un’idea diversa anche per i box: «Premesso che il parcheggio è diventato un problema perché non è stato gestito e che la valorizzazione dei beni demaniali è un compito che è diventato indilazionabile — spiega il presidente Fabio Arrigoni — perché non trovare il modo di trasformarlo in parcheggio a rotazione, liberando così la Darsena dalle auto?».
Paola D’Amico (Corriere)
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