Alfie ha 23 mesi ed è un nostro concittadino, da ieri, tenuto ostaggio del sistema legale di Sua Maestà Britannica in un ospedale di Liverpool, da dove non verrà dimesso perché i medici hanno timore per le proprie vite. Alfie ha 23 mesi ed è malato. La sua malattia non ha un nome, non ha una diagnosi e le prognosi vengono fatte per tentativi ed errori. Eppure in questo quadro di imperante incertezza l’equipe medica che lo segue ha ritenuto che il massimo interesse del bambino fosse di essere ucciso. Ne è stata così convinta da chiedere al giudice la nomina di una tutrice d’accordo con loro, da pretendere la creazione di un protocollo di soppressione apposito e da opporsi ad ogni ulteriore intervento diagnostico. La prognosi, infatti, era che sarebbe morto a Gennaio. Falso, è ancora vivo. La prognosi nuova è che sarebbe morto al distacco dal respiratore. Il respiratore è un meccanismo che si sostituisce ai polmoni. Alfie è sopravvissuto 9 ore da quel distacco. Ora la tesi è che se non lo si alimenta abbastanza a lungo, prima o poi morirà. E qui avranno infine ragione. Perché Alfie è loro ostaggio. Non può uscire dall’ospedale che lo vuole morto per il suo bene. Nemmeno se un ospedale Italiano, il Bambino Gesù è disposto a farsene carico. Nemmeno se Alfie è divenuto cittadino Italiano. Sua Maestà non lo consente, dice il giudice. Alfie è ostaggio dell’ospedale. Il padre viene definito un estremista pazzo. I medici Italiani vengono ignorati. Ed in tutto questo, il piccolo Alfie resiste. Non si piega alla tirannia. Combatte contro chi ha invaso la sua libertà, non si piega ai ricatti. Ed ogni notte, da due giorni, qualcuno prova a sopprimerlo.
La prima hanno tentato di prenderlo per soffocamento. Ma lui non si è arreso. La seconda per fame, ma lui non ha ceduto. La terza potrebbe non arrivare mai, se i tribunali della Corona non cesseranno questa folla corsa verso il baratro. Alfie Evans, però è nostro concittadino, ora. E il suo fato ci riguarda, ci interpella, ci chiama in causa tutti. Soprattutto oggi. A che serve aver sconfitto il nazismo, se le sue idee di dignità della vita (puramente funzionale a quello che una persona può fare, invece di ciò che è), di supremazia dello stato sull’individuo, di disumanità legalizzata alla fine hanno vinto? Il nostro governo, pur dimissionario, pur sfiduciato, pur dimezzato ha fatto molto. Ora tocca a noi. Come popolo. Come coscienza morale di questa Europa dove la morte trionfa sempre. Come Nazione antica e culla del diritto. Tocca a noi dire che un mondo che non protegge i figli in culla è un mondo che deve finire al più presto possibile. E lottare, urlare, impegnarsi. Perché questo 25 Aprile, perché tutti i prossimi 25 Aprile siano ricordati anche per la più importanti delle Liberazioni: quella di Alfie Evans, alfiere degli innocenti, eterno nemico di Erode e simbolo altissimo della Vita che vince la Morte.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,
Bravo Luca. Putroppo questi bastardi lo voglioo far morire a tutti i costi. Preghiamo Dio.
articolo di un’incompetenza straordinaria,
un’arroganza sconfinata nel non riflettere nemmeno un secondo sul fatto che diversi ordini di tribunali e specialisti medici hanno considerato il caso.