La “Terza età” dei nostri amici gatti, come affrontarla al meglio

Zampe di velluto

«Senza gatti non si può stare»

Il tenero batuffolo che abbiamo portato a casa tanti anni fa è cresciuto e, purtroppo con il passare degli anni è invecchiato. Con grande soddisfazione di tutti gli interessati (gatti, padroni e veterinari) la vita media del gatto domestico sta aumentando sempre di più, così che il micio di casa, oggi, può ben sperare di vivere minimo quindici anni e non sono rari i gatti che sfiorano i venti. La longevità è anche influenzata dalle abitudini, diverso è il discorso per quelli che vivono anche all’aperto e quindi più soggetti  a incidenti, malattie infettive, risse con altri animali o avvelenamenti accidentali che abbreviando drasticamente la loro vita, rendendo difficile vederli arrivare oltre la “mezza età”. Quando si può dire che un gatto è vecchio? Può iniziare a manifestare i primi segni del tempo già dai sette anni, anche se l’inizio dell’invecchiamento viene in genere collocato intorno ai dieci anni di vita.  Prendersi cura di un gatto anziano implica stare ancora più attenti ai sintomi di malattie in corso. I gatti più avanti con gli anni, infatti, hanno un sistema immunitario più vulnerabile e sono più esposti a virus e infezioni. Inoltre bisogna monitorare costantemente le abitudini alimentari, per notare cambiamenti quali inappetenza, sete, fame eccessiva o difficoltà di deglutizione, segnali spia di patologie. Attenti comunque anche all’obesità, non giova alle articolazioni di un vecchio micio. Un’attenzione particolare va riservata ai denti. Se rivestiti di tartaro, provocano continue dolorose gengiviti e sono fonte d’infezioni. Il veterinario di fiducia saprà cosa consigliarvi. I dolori articolari possono impedirgli di saltare agevolmente e, se possibile, aiutiamoli con cucce e ciotole situate in postazioni comode affinché non debba faticare a raggiungerli. La terza età del micio può comportare una diminuzione dell’udito e anche la vista potrebbe risentirsene.

La cataratta è frequente fra i gatti e genera un deterioramento del cristallino dell’occhio causando appannamento. Il gatto va sottoposto con maggiore frequenza ad analisi del sangue per diagnosticare tempestivamente diabete e insufficienza renale. Problemi più seri possono essere rappresentati dal diabete, o dall’insufficienza renale che nella sua forma cronica è causa di morte. Ecco perché è importante l’esame del sangue almeno tutti gli anni, per accorgersi prima del problema e guadagnare tempo sulla terapia: infatti, i valori del sangue si alterano spesso diversi mesi prima che il gatto comincia a stare male. Controllate regolarmente il suo peso perché un dimagrimento costante o importante può essere sintomo di malattia tumorale, anche se spesso micio ai nostri occhi non presenta altri sintomi. E, come succede anche a noi, l’anzianità porta artriti e dolori artrosici. Ne soffre circa il 30% dei gatti in età avanzata, in particolare dal decimo anno di età. Alcune razze sono più predisposte verso questa malattia. È molto pericolosa perché causa una progressiva degenerazione della cartilagine portando alla riduzione del movimento e  micio avrà più problemi a saltare, giocare o correre. Anche se è utile cercare di mantenerlo in attività, stimolandolo con qualche giochino che ha sempre apprezzato, consideriamo questi problemi fornendogli, come scrivevamo sopra, cucce morbide, percorsi facilitati. Non esiste cura ma solo interventi contenitivi per limitare il dolore.

Teniamolo al caldo e attenzione ai colpi d’aria fredda per evitare bronchiti.  Se di notte il micio miagolerà più insistentemente non dobbiamo preoccuparci. Potrebbe aver avuto un momento di sconforto e di confusione, potrebbe sentirsi spaesato. Allora con molta pazienza cerchiamo di rassicurarlo. Un comportamento dolce e pacato sarà certamente di aiuto. Ciò detto, fortunati possessori di un gatto anziano, riempite il vostro compagno di coccole, carezze e attenzioni, rendetegli gli ultimi anni più dolci e confortevoli possibili. Quando il suo tempo sarà esaurito, stategli vicino fino all’ultimo, e se lo ritenete giusto, regalategli una morte tranquilla e dignitosa come ultimo gesto d’amore. Se con voi avrà passato lunghi anni di vita felice, non dovete struggervi nel dolore della sua perdita ma pensate che gli avete regalato la miglior vita possibile per un gatto. Adottate al più presto un altro micino, non per sostituire il vecchio, ma perché senza gatti in casa non si può stare, e sperate, per voi e per lui, che vi siano concessi ancora vent’anni di vita insieme.
Graziella Baruffi

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