Milano 26 Aprile – Non lo so, spero di no. Parole definitive sui grillini e sul loro capo politico le ha scritte a suo tempo Marcello Veneziani quando ha notato il «prodigioso trasformismo di Giggino». Un trasformismo che non è figlio di una tattica, ma di un vuoto. «Quando si approda alla politica non provenendo da alcuna convinzione, da alcuna identità, da alcuna storia ed esperienza – scriveva Veneziani –, non c’è nessuna idea, nessun passato, nessuna coerenza da difendere. E dunque si è pronti a tutto, si è capaci di tutto, si è disponibili a tutto. Si può passare da antieuro ad eurospinti. Uno come Di Maio non ha difficoltà a diventare lo steward dei poteri forti, non deve ritrattare niente, ha già la divisa del personale di bordo».
Ne abbiamo avuto conferma anche in queste settimane: da simpatizzanti putiniani sono diventati filoatlantici in un battibaleno; il reddito di cittadinanza se lo sono rimangiati in un amen; hanno pure taroccato i programmi, come ha rivelato il Foglio. Quel burlone di Fico, dopo la foto sull’autobus, l’altro giorno s’è fatto immortalare con una scorta manco fosse entrato a Ghouta. Sono contro le Olimpiadi (Roma), ma poi a favore (Torino). Non che il cambio di linea sia prerogativa pentastellata – lo fanno un po’ tutti i partiti –, ma qui non si tratta di aggiustamenti o ripensamenti, qui si tratta di inversioni a U vere e proprie, di situazioni che pensavamo possibili solo in certe pagine dell’Animal Farm di Orwell.
Solo su due questioni i grillini “tengono la linea”: il giustizialismo e i cosiddetti temi eticamente sensibili. Sulla prima, ne abbiamo avuto conferma qualche giorno fa con la sentenza sulla trattativa Stato mafia. I “grillozzi”, come li chiama Ferrara, sono cresciuti a pane e Fatto quotidiano, ai VaffaDay erano abituati a spellarsi le mani per un certo Marco Travaglio, s’abbeverano di complotti e trame “che nessuno vi dice”, credono sempre e comunque alle leggende sui servizi deviati e paralleli e altre fiction di questa risma. Per questo, ad ogni arresto o sentenza commentano sempre allo stesso modo, senza mai sforzarsi né di contestualizzare né di capire. Poi, se capita a qualcuno di loro, poco male: basta cambiare nottetempo le regole sul blog.
Sul resto, basta ricordare che erano a favore di una legge liberticida che introducesse il reato di omofobia, che non hanno votato le unioni civili perché volevano direttamente le nozze e le adozioni gay, che – come accaduto a Torino – sono subito pronti a «forzare la mano» per l’iscrizione all’anagrafe dei figli di omosessuali (ma loro non erano quelli della legalità? Una legalità che dipende da quali leggi rispettare?).
Per tutte queste ragioni un governo M5s-sinistra sarebbe un governo che farebbe poco o nulla dal punto di vista delle riforme che servono al paese (lavoro, sburocratizzazione, gestione dell’immigrazione), ma moltissimo su questi due altri fronti. Un governo tutto manette e uteri in affitto.
Emanuele Boffi (Tempi)
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I grilli pur di andare al tanto agognato governo sarebbero capaci di manipolare anche la loro origine …. e a nascondere o modificare tutte le differenza sostanziali tra il PD e loro. Ci stiamo avvicinando alla prostituzione.