Incredibile, ma vero. Un centro sociale di Milano che da 6 anni passa da una occupazione all’ altra, esaltando illegalità e commettendo quantità industriali di reati, abusi e violenze, terrà una “conferenza” pienamente autorizzata e istituzionale, sabato 28 Aprile, nel liceo scientifico statale Bottoni di Milano, nell’ambito delle “giornate dell’arte”.
(https://forumbottoni.altervista.org/lambretta2/)
I “ragazzi” del Collettivo Lambretta erano diventati famosi per l’ occupazione delle villette Aler di piazza Ferravilla nel 2012 e per le attività che vi svolgevano, in spregio alla legalità, alla sicurezza e alla quiete pubblica: feste, gozzoviglie, petardi, droga, insulti, alcoolici a minorenni, urla e musica a tutto volume fino al primo mattino. Avevano installato pure coltivazioni di marijuana negli orti delle villette.
Gli abitanti esasperati erano riusciti a farli sgomberare, ma, cacciati di lì, i militanti del centro sociale si sono messi a girovagare per la città alla ricerca di nuove palazzine da occupare. Nel 2016 erano finiti in via Cornalia, quando un incendio si sviluppò nel capannone. Cose che possono capitare quando non esistono norme di sicurezza e si fa tutto contro la legge e senza autorizzazioni. Roba da mandarli tutti in galera. Invece loro, i figli di papà del Lambretta , in galera non ci sono mai andati, ma hanno continuato ad okkupare come prima e più di prima. Anche adesso stanno in un edificio in via Bogna, che non è certo di loro proprietà. Da dove continuano ad angariare i residenti e fare apologia di reato e istigazione a delinquere. Attività queste ultime che adesso potranno effettuare pure in una scuola statale, coi soldi dei contribuenti.
Al Bottoni il csoa Lambretta dovrebbero parlare di Siria e Palestina. Ci chiediamo se non c’erano fonti per intrattenere in ragazzi di un liceo sui problemi del Medio Oriente e sulla pace nel mondo!
Qualche genitore non si è limitato alle proteste, ma sta facendo esposti alla magistratura. Infatti, per proprietà transitiva, i reati dovrebbero riguardare non solo i malviventi, ma anche a chi li ospita e permette loro di farsi propaganda impunemente, addirittura in una istituzione scolastica, pagata soi soldi pubblici. Speriamo che la magistratura intervenga, e anche le autorità scolastiche di controllo superiori (ammesso che ci siano).
Fra gli incontri nel Liceo, ce ne sarà uno anche con l’ assessore Majorino. Anche lui quindi è da considerarsi informato dei fatti e corresponsabile.
LAVAGGIO DEL CERVELLO A SENSO UNICO, DIETRO IL PARAVENTO DELLE “GIORNATE DELL’ ARTE”
Come scritto all’ inizio, questa conferenza del centro sociale abusivo, fa parte di un evento complessivo che va sotto il nome di “giornate dell’ arte”, previsto il 27 e il 28 Aprile, al posto delle lezioni (https://forumbottoni.altervista.org/giornatearte/). Peccato che l’ arte non c’ entri nulla, e si tratti invece di indottrinamento a senso unico e senza contraddittorio, su temi come eutanasia, aborto, gender, immigrazione, politica, street-art, ecc.
Sul tema del “fine vita, la palla è affidata, in esclusiva, a Marco Cappato e Valeria Imbrogno, due fonti certo molto imparziali! Il primo è un personaggio che da anni organizza viaggi per portare illegalmente la gente in Svizzera per farla morire avvelenata. La seconda è la fidanzata del DJ Fabo, che ha accompagnato il suo ragazzo alla morte, in accordo con Cappato. Nella presentazione del convegno leggiamo che la morte del DJ ha rappresentato la “liberazione” dalle sue sofferenze. Si può immaginare una assurdità maggiore di questa? La morte, anche solo per un motivo logico, non può mai essere una “liberazione”. Ogni liberazione richiede infatti un soggetto in grado di godere di essa. Ma se tu lo uccidi, come mai farà, un soggetto inesistente, a godersi la sua liberazione? Si può capire che la signorina Imbrogna e Cappato diffondano queste assurdità, per giustificare quello che hanno fatto. Ma è mai possibile che su temi del genere i ragazzi non possano sentire opinioni diverse?
(angelomandelli.com)
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