Nostra Signora dello Skyline: Repubblica celebra Letizia Moratti

Milano

Un fantasma si aggira nello skyline di Milano. È quello di Letizia Moratti, la fautrice di Expo, l’ultima scintilla del grande fuoco creativo della città borghese, produttiva, instancabile. Di quella Milano che sapeva essere economicamente internazionale, socialmente compatta e di sani e radicati valori Italiani. Una donna di cui persino Repubblica è costretta a rimpiangere le gesta:

Nei giorni del Salone del mobile, tra quelle folle che inseguivano il bello e l’utile, e sostavano per ore nelle code ridenti e pazienti, all’improvviso si è come materializzata Letizia Moratti. Non di persona, ma la sua “aura”. Nel senso che l’orizzonte della nostra città è cambiato anche grazie a lei: cioè, a quello che ha fatto durante il suo mandato da sindaco. Ma, quasi quasi, è come se non lo sapesse più nessuno. E un motivo c’è. La settimana effervescente ha accolto alla Fiera di Rho 434mi1a e 500 visitatori, camere d’albergo tutte esaurite e vendute gli ultimi giorni a prezzi da sceicco, persino ristoranti stellati con il doppio turno. “Milano sta scalando le classifiche mondiali – è stato il commento del sindaco Beppe Sala – ma dobbiamo fare ancora di più”. Sala: era il city manager di Letizia Moratti. Era stata anche lei a farlo nominare, dopo i litigi nell’area berlusconiana, ai vertici Expo, l’esposizione internazionale (che parlava come sappiamo di cibo, e non di chef).

Cosa si è rotto? Ovviamente per i compagni la colpa è stata la sua spinta securitaria e la sua incapacità comunicativa. Forse. O forse donna Moratti è stata vittima del suo successo. Non è la prima nella storia: a Churchill successe la stessa cosa. Finita la Seconda Guerra Mondiale, ottenuto un incredibile successo militare, Winston perse le elezioni. Il popolo non lo voleva più. O Margarete Thatcher, che fece appena in tempo a veder crollare il comunismo prima che una congiura di palazzo la cacciasse. Succede. Succede quando chi vive bene comincia a sopportare con fastidio le odiose esigenze della realtà. La spinta securitaria era un tema della periferia in una città che è centro anche fuori dalla cerchia dei Navigli. Questo perché, se si lascia fare, non si potrà più salvare la città. I Milanesi dissentono. Ce l’hanno detto ogni elezione da allora. Ogni elezione. Senza saltare alcuna. Però, per quanto i risultati siano inequivocabili e quindi dobbiamo anche noi fare una salda autocritica, il punto non viene meno: Milano è a rischio. È la città con più probabilità di sviluppare una Moleenbek Italiana. È una città al centro del mirino. È un dato, non una supposizione. Un dato che non piace ai suoi orgogliosi e cosmopoliti abitanti. Ma i dati, purtroppo, non cedono all’ideologia. E questo dovrebbe far riflettere tutti, anche quelli che rimpiangono Donna Letizia solo a metà.

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